CAOS NEL M5S: L’AUT AUT (PRESUNTO) DI BEPPE GRILLO A GIUSEPPE CONTE
È sempre più “mistero a 5Stelle”: le ultime convulse ore del partito crollato in fiducia e sondaggi, oltre che primo responsabile diretto della crisi di Governo, vedono un’impennata di tensione per il presunto aut-aut lanciato dal fondatore Beppe Grillo al leader Giuseppe Conte, immediatamente smentito da quest’ultimo. Secondo quanto riportato dalle fonti M5s all’Adnkronos, l’Elevato e Garante dei 5Stelle sarebbe arrivato a minacciare in una veemente telefonata l’addio al Movimento da lui stesso creato. Sarebbe avvenuto tutto nella serata di ieri, dopo che Conte in diretta Facebook aveva annunciato che il M5s sarebbe andato da solo alle Elezioni Politiche del prossimo 25 settembre: «se deroghi al secondo mandato dovrai fare a meno di me, lascio il Movimento 5 Stelle», la frase chiave riportata dalla sfuriata di Beppe Grillo contro l’eventuale abbandono delle regole auree del Movimento in vista della campagna elettorale.
In giornata domani Conte rientrerà a Roma e dovrà prendere decisione in merito al punto del secondo mandato, elemento non da poco viste le già forti difficoltà sui territori per un Movimento che verosimilmente correrà da solo alle Elezioni e che rischia di trovare tutti i volti più nodi “impossibilitati” a candidarsi per la regola vigente sul secondo mandato tenuta da Grillo come elemento “sacro” del regolamento M5s. «Conte, stando alle voci interne del Movimento, non avrebbe nessuna intenzione di andare allo scontro con Grillo», ragionano da fonti M5s, dunque neanche la “micro-deroga” che potrebbe valere per alcuni “big” 5Stelle potrebbe alla fine essere approvata dal Presidente in carica. «Il simbolo è di Grillo, anche se Conte dovesse decidere di rompere -e non lo farebbe mai- andremmo a sbattere. E’ Grillo che ci lascia senza M5S, non il contrario», sottolinea uno dei “big” 5Stelle, rimasto anonimo, all’Adnkronos.
CONTE REPLICA: “SMENTISCO LE INDISCREZIONI”, MA RESTA IL MISTERO
Nella discussione tra Conte e Grillo emergerebbe anche un secondo punto non meno importante e direttamente riguardante la campagna elettorale appena cominciata: il fondatore del M5s vorrebbe mantenere le “parlamentarie” per presentare le candidature in vista delle liste elettorali. Conte invece avrebbe immaginato una sorta di “escamotage” per ridurre i tempi e incardinare meglio gli eventuali candidati: «sottoporre le liste, già definite, al voto della base», è quanto si ragiona ai vertici del Movimento. Intanto va registrata, come già dicevamo, la secca smentita di Giuseppe Conte alla telefonata avuta con Grillo martedì sera.
«Tra me e Beppe Grillo non c’è stata nessuna telefonata ieri sera. Smentisco categoricamente tutte le indiscrezioni in merito a un suo aut aut su questioni interne al Movimento», fa sapere l’ex Premier in una breve nota alle agenzie. Chiudendo, o almeno tentando di chiudere, la polemica in casa M5s, Conte invita tutti gli elettori alla «grande battaglia da combattere tutti insieme per il Paese, guardiamo uniti nella stessa direzione». Niente deroghe ai due mandati, parlamentarie confermate e niente alleanze: per il momento “vince” la linea Grillo ma non sono da escludere possibili ulteriori clamorose novità nei prossimi giorni. La “barca” traballa anche perché se Conte accettasse in pieno la linea Grillo, si troverebbe contro tutti i maggiorenti del partito che ancora sono rimasti dopo le tante scissioni degli ultimi 5 anni: significa, tradotto, zero aiuti o quasi in campagna elettorale che già si prospetta in piena salita per Giuseppe Conte dopo lo “strappo” al Governo Draghi. Già questo “qui pro quo” della telefonata sì/telefonata no fa capire il livello di tensione interna al Movimento: sia se Conte abbia smentito qualcosa di vero, sia se qualcuno abbia voluto mettere in pubblica piazza un pensiero falso di Grillo.