Premio per il miglior produttore, all’evento Nastri d’Argento 2019 svolto a Taormina, a Groenlandia Group, già nominata come tale ai David di Donatello 2018. Grazie alle ultime produzioni “Il primo Re” di Matteo Rovere e “Il Campione” di D’Agostini, Groenlandia Group, nata nel 2014 grazie proprio a Rovere, ha vinto il premio che aveva già sfiorato lo scorso anno proprio ai David. Di quest’anno, inoltre, anche la produzione “Croce e delizia” di Simone Godano, che tuttavia non è stata menzionata per la premiazione. Si tratta sicuramente di un salto di qualità importante che illumina il percorso di una casa in grado di lavorare a film davvero splendidi e che permettono una crescita non da poco in vista del futuro.



Groenlandia Group, Nastri d’argento 2019: i film verso la premiazione

Il primo Re dopotutto merita dei riconoscimenti con la Groenlandia Group che ai Nastri d’argento 2019 ottiene il premio come miglior produttore. La pellicola, rivisitazione del mito classico di Romolo e Remo, è interpretata da Alessio Lapice e Alessandro Borghi e rappresenta, nei suoi 127 minuti, ha dalla sua parte l’essere stato girato completamente in luce naturale e recitato in protolatino con accenni di arcaico, grazie alla consulenza dell’Università della Sapienza. Un lavoro che di certo non può essere ignorato, specie se accostato all’altra produzione, “Il campione”. “Il campione” di D’agostini parla invece di Christian, interpretato da Andrea Carpenzano, aspirante calciatore che incontra Valerio, professore interpretato da Stefano Accorsi, con cui riesce a stabilire un legame in grado d’influenzarli a vicenda. Una storia che, nel drammatico e nello sportivo, riesce a regalare anche momenti di commedia. Una grande vittoria quella della Groenlandia Group, che comunque si assicura anche al botteghino una presenza massiccia quest’anno, dopo la tripletta del 2017 di Smetto quando voglio – Masterclass, Moglie e marito, e Smetto quando voglio – Ad honorem. L’augurio è quello di continuare su questa strada e avere riconosciute ancora più le capacità di produzione di un’azienda che sembra destinata soltanto che a migliorarsi e migliorare ancora.

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