LA LEZIONE DI VASILIJ GROSSMAN SUL TOTALITARISMO: NON È SOLO NAZISMO O COMUNISMO

Secondo lo storico della filosofia, Giovanni Maddalena, Vasilij Grossman e Hannah Arendt sono i due veri pensatori del Novecento che hanno saputo cogliere l’essenza del totalitarismo ideologico anche al di fuori dei truci nazismo e comunismo: anticipato in ampi stralci oggi su “La Verità”, l’ultimo volume del prof. Maddalena “Il pensiero di Vasilij Grossman” affronta da vicino l’opera e il pensiero del grande romanziere di “Vita e Destino”, testimone della Seconda Guerra Mondiale nell’esercito russo e poi tra i principali accusatori dello stalinismo URSS.



Grossman seppe rintracciare nel comunismo sovietico le stesse “tracce” totalitarie del nazifascismo hitleriano, attirandosi le ire del Cremlino con l’esilio: ma con Maddalena si fa un passo ulteriore, in quanto nel parallelo con la grande filosofa tedesca Arendt, anche Grossman si conferma straordinario nello stanare l’ideologia totalitaria anche nelle moderne democrazie. Il tema chiave è la distinzione tra uomo “libero” e uomo “massificato”, controllato dal potere, qualsiasi esso sia: «Arendt e Grossman sono infatti liberali, intendendo con ciò l’opposizione tra il singolo, fonte autonoma di libertà, e lo Stato della società di massa, inteso come potenziale schiacciamento di tale libertà».



PROF. MADDALENA: “GROSSMAN E ARENDT VERAMENTE LIBERI E LIBERALI”

Tanto Vasilij Grossman quanto Hannah Arendt, sono liberali e liberi: rifiutano il totalitarismo non solo sul piano politico ma prima di tutto «in nome dell’esperienza della libertà individuale, intesa come coincidenza con la vita stessa». Il professore Maddalena lo chiama un “liberalismo esperienziale”, o “esistenziale” per marcare la netta differenza con il resto del pensiero liberale. I due grandi autori del Novecento, pur da esperienze e vite diverse, arrivano allo stesso risultato: «sono liberali nel concepire l’individuo come fonte di diritto e libertà, ma la libertà individuale non è isolamento o solitudine». Attenzione però, sia Grossman che Arendt erano ben consapevoli e lo dimostrarono in tutte le loro opere che l’uomo può essere veramente libero solo «quando ci si affida alla propria anima, alla propria coscienza, al proprio pensiero critico, ma non lo si può fare senza relazioni umane».



Insomma, la fonte della libertà non è prima di tutto l’individuo a sé stante, ma una persona radicata in relazioni: «per i nostri autori il liberalismo non è solo “libertà da”, libertà negativa o autonomia. Al contrario, la pura “libertà da” coinciderebbe hegelianamente e paradossalmente con un puro Stato totalitario». Il passaggio dalle grandi ideologie totalitarie del Novecento alla modernità è proprio dovuto al non aver voluto riconoscere le “tracce” del totalitarismo anche nelle teorie democratiche occidentali attuali: non aver ascoltato Arendt e Grossman nelle loro denunce drammatiche ha causato (e causa tutt’oggi) danni non indifferenti. Scrive ancora Maddalena: «La nostra libertà che tende a una completa autonomia è di fatto facilmente plasmabile e ci troviamo in una società in cui l’uniformità di pensiero e di gusti è un pericolo reale ed è spesso governata da micro ideologie che vivono in bolle in cui prevalgono, come in ogni ideologia, moralismo e giustizialismo». Come denunciava benissimo Vasilij Grossman lungo la propria carriera di scrittore e giornalista, «L’uomo isolato e solitario è preda del totalitarismo, ma lo è anche l’uomo completamente immerso nel suo ambiente, dove la propaganda e la violenza totalitaria piegano la consapevolezza di sé stessi». Come nota Maddalena nel suo volume dedicato al grande autore di “Vita e Destino” e “Stalingrado”, in ogni epoca permane lo stesso rischio: «gli esseri umani sono sempre sulla soglia dell’abisso totalitario, inclini per natura a diventare schiavi. Se aderiscono alla loro società, accetteranno la mentalità che essa propone; se vogliono essere autonomi, considerando la società come corruzione della libertà, saranno soli, potenzialmente nemici di chiunque, e facili prede di promesse e appartenenze totalitarie».