Sembra essere arrivato un punto di svolta definitivo nel dibattito che si è aperto negli ultimi giorni sulle ipotesi di privatizzazione del Gruppo FS che renderebbe – di fatto – le ferrovie del paese gestite da un qualche ente privato, mentre oggi (e pare che nulla rimarrà invariato, ma ci arriveremo) il socio di maggioranza è il Ministero dell’Economia e delle Finanze che risulta centrale in ogni decisione strategica sulla gestione di quella che è a tutti gli effetti una delle infrastrutture più importanti sul territorio italiano.



Il punto di svolta per il Gruppo FS che citavamo poche righe fa è un question time che si è tenuto nella giornata di oggi alla Camera in presenza del Ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini che ha risposto all’ennesima interrogazione sulla privatizzazione: “Smentisco qualsiasi ipotesi di svendita – ha spiega il leader del Carroccio a colleghi ed opposizioni – per quello che riguarda le ferrovie”, ribadendo (come aveva già fatto lo scorso 11 settembre in un’altra interrogazione e poi pure il 13 al Salone dell’Auto di Torino) che “non sono giunte proposte” e che “se arriveranno le prenderò in esame“; ma sempre nell’ottica di far sì che il gruppo “rimanga pubblico”.



I Dem insorgono alle parole di Salvini: “Chiara la volontà di privatizzare il Gruppo FS”

Insomma, la strada verso la privatizzazione del Gruppo FS – per voce dello stesso ministro Salvini – non si è mai aperta e non ci sarebbe alcuna volontà di tracciarla nei prossimi mesi, ma questo non ha contribuito a placare l’animo battagliero del Partito Democratico che dopo il question time che abbiamo appena citato ha emesso una nota congiunta a firma della deputata Valentina Ghio e del collega Andrea Casu.

“Salvini – scrivono – conferma la volontà del governo di privatizzare” il Gruppo FS, lasciando intendere il modo “molto chiaro (..) che sta aspettando offerte da porte valutare“: un’ipotesi che secondo i due Dem sarebbe “molto preoccupante” soprattutto a fronte del fatto che “il Parlamento non è a conoscenza di alcun programma di privatizzazione” e neppure delle ipotetiche “garanzie [che] il governo vuole mettere in campo” nei confronti sia dei dipendenti che – e forse soprattutto – di pendolari e viaggiatori.