La grande maggioranza degli italiani, circa l’87%, si sente particolarmente esposta ai rischi climatici e ambientali: una percentuale che fa posizionare il nostro Paese sul gradino più alto del podio, davanti a Cina, India, Indonesia e America Latina e con numeri che si discostano in modo rilevante da quelli osservati nel resto del Vecchio continente.



Sebbene la popolazione italiana si sia sentita per lungo tempo al riparo dai rischi ambientali grazie agli effetti dello sviluppo economico, meno esposta alle conseguenze del cambiamento climatico e dell’inquinamento, oggi sembra aver sviluppato una grande consapevolezza dell’impatto concreto del cambiamento climatico in corso.



Nello specifico, l’86% degli italiani ritiene che la causa di questi fenomeni climatici avversi sia riconducibile all’attività umana.

Sono questi alcuni dei dati che emergono dal Barometro 2022, l’indagine condotta a livello globale dal Gruppo Veolia, leader mondiale nei servizi ambientali, ed Elabe, società di ricerca e consulenza, per inquadrare lo stato dell’arte del ‘sentiment’ dei cittadini di tutto il mondo sui rischi ambientali e per individuare criticità e leve di azione per accelerare la trasformazione ecologica.

L’indagine ha riguardato un campione che rappresenta più della metà della popolazione mondiale ed evidenzia come, nonostante gli effetti dei cambiamenti climatici non siano più in discussione, il percorso da intraprendere sia ancora complesso e difficile da immaginare. La maggioranza degli intervistati si dice pronto a intraprendere un nuovo cammino, ma solo a certe condizioni.



In linea con la tendenza riscontrata a livello mondiale, in Italia:

il 70% della popolazione è certo che i costi delle conseguenze dei cambiamenti climatici e dell’inquinamento siano maggiori degli investimenti necessari per la trasformazione ecologica;
il 60% è pronto ad accettare tutti i cambiamenti economici, culturali e sociali che le soluzioni ecologiche richiederanno, a condizione che non vi siano rischi per la salute, che vi sia un’equa distribuzione degli sforzi e, infine, che venga comprovata l’utilità della soluzione.

Dal barometro, inoltre, emerge la maggiore sensibilità del nostro Paese su queste tematiche rispetto al resto del mondo: il 62% degli italiani ritiene che non si parli a sufficienza delle soluzioni per mitigare l’inquinamento e il cambiamento climatico. Una percentuale che a livello globale tocca il 56%. Tra le principali soluzioni, ci sono i sistemi di monitoraggio “smart” per ottimizzare i consumi energetici, la cattura di CO2 emessa dagli impianti industriali oppure l’utilizzo di rifiuti organici per produrre fertilizzanti.

“I risultati dell’indagine scattano la fotografia di un’Italia sempre più consapevole delle conseguenze dell’emergenza ambientale”, ha commentato Emanuela Trentin, CEO di Siram Veolia. “Dal cambiamento climatico all’inquinamento, passando per la scarsità delle risorse a disposizione, sono tutti temi che oggi più che mai meritano di essere affrontati con serietà e urgenza, e gli italiani lo hanno capito. Ora è necessario mettere a terra politiche e iniziative in grado di contribuire fattivamente al raggiungimento degli obiettivi della trasformazione ecologica. Come Siram Veolia ci impegniamo da sempre in questo ambito, offrendo supporto alle imprese, alla pubblica amministrazione e ai servizi essenziali e ponendoci come player di riferimento per la gestione efficiente di energia, acqua e rifiuti speciali. Inoltre, tra i nostri obiettivi c’è quello di sensibilizzare la collettività sui temi ambientali e dare visibilità alle soluzioni innovative e sostenibili che sono già disponibili. Sotto questo profilo, sviluppiamo progetti educational, spesso con partner locali, coinvolgendo le nuove generazioni e ponendole al centro del cambiamento”.