“Oggi stiamo viaggiando sulle stesse strade della guerra del 2014 per il controllo del Donbass. Non è cambiato quasi nulla nella geografia dei combattimenti. I nostri soldati usano le stesse trincee, dormono nei bunker scavati allora. A mutare dal 24 febbraio dell’anno scorso è però l’intensità dell’attacco russo. Oggi gli scambi a fuoco sono molto più gravi e persistenti. Lo prova che la gente nei villaggi 9 anni fa era per la maggioranza rimasta nelle sue case, ma da qualche mese è quasi tutta sfollata” racconta Evghenii, l’ufficiale dei servizi d’intelligence militare, al Corriere della Sera.
Le notizie diffuse dalla dissidenza russa Gulagu.net fanno paura: due ex commando della milizia mercenaria Wagner avrebbero confessato gli omicidi di venti bambini nelle città contese di Bakhmut a Soledar. Si tratta di Azamat Uldarov e Alexei Savichev, ex detenuti di colonie penali in Russia liberati da decreto presidenziale e ora membri della Wagner. Oltre ai venti bambini, i due avrebbero fatto saltare in aria una fossa con 50 prigionieri feriti.
La versione del gruppo Wagner
Uno dei due membri del gruppo Wagner avrebbe ammesso di avere assassinato una bambina di cinque anni con un colpo alla testa. Il comandante Yevgeny Prigozhin ha smentito la notizia, negando che i suoi “sparino a donne e bambini” e riservandosi di approfondire la vicenda. “Troveremo e puniremo chi uccide i bambini” ha promesso il capo dell’ufficio presidenziale a Kiev, Andriy Yermak. I bambini sono una delle chiavi di questo conflitto. Il mese scorso il Tribunale internazionale dell’Aia ha emesso il mandato d’arresto contro Vladimir Putin per la deportazione forzata in Russia di centinaia di bambini ucraini.
“Nel Donbass la nostra lotta è resa più complicata da due fattori: i russi vi si sono trincerati sin dal 2014, e dunque risulta difficile scacciarli; in secondo luogo, dopo la fuga di massa verso occidente negli ultimi anni degli strati di popolazione legata al governo di Kiev, nel Donbass ormai i filorussi superano l’80 percento. I nostri soldati sono continuamente costretti a guardarsi alle spalle, le spie al servizio di Mosca collaborano col nemico” ammettono i Marines nel settore che va da Bakhmut fino a Marinka. Evghenii, ancora, spiega: “I russi da tempo hanno imparato a coordinare i droni con l’artiglieria. Sappiamo che hanno ricevuto apparecchi elettronici cinesi capaci di interferire nel lavoro dei nostri droni”.