Il Decreto Liquidità di fluido ha solo il nome, non di certo la procedura. Il nodo resta sempre il solito: la burocrazia. A rivelarlo è La Stampa, che ha evidenziato alcuni problemi con cui stanno avendo a che fare gli imprenditori. In primis, c’è il problema dei tassi. Si fa l’esempio di Intesa Sanpaolo che per un prestito di 100mila euro a 5 anni e senza garanzia ipotecaria può costare con la garanzia statale fino al 14 per cento di interessi annui. Ma con l’ipoteca avere la stessa cifra, da restituire però in 20 anni, costerebbe richiederebbe circa la metà.



Ubi Banca indica solo a titolo esemplificativo un tasso massimo superiore al 9 per cento per un prestito di 300mila euro, rimborsabile in 12 anni a tasso fisso. Alla BCC di Roma una piccola impresa che chiede fido extra rispetto ai 25mila euro del Decreto Liquidità può arrivare a pagare fino all’8,5 per cento. Intesa ha fatto sapere che «il foglio informativo rappresenta le condizioni massime applicabili ai prodotti, per normativa di trasparenza. Quindi è ovvio che siano alti, perché comprendono il massimo che può essere applicato coprendo tutte le fattispecie dei clienti e delle durate».



Il quotidiano cita poi due casi. Uno riguarda la Germania, dove sono stati concessi nel giro di una settimana finanziamenti a fondo perduti compilando un modulo di tre pagine. L’altro gli Stati Uniti, dove c’è il Paycheck Protection Program grazie al quale si ottengono finanziamenti a fondo perduto pari a 2 volte e mezzo i soldi spesi per pagare i dipendenti nel mese equivalente dell’anno scorso. (agg. di Silvana Palazzo)

GUALTIERI “55 MILIARDI PER FAMIGLIE E IMPRESE”

Prosegue la cura anti coronavirus del governo italiano e del ministero dell’economica capitanato da Gualtieri: 55 miliardi immessi entro quest’anno, 2020, ed altri 25 destinati all’anno che verrà. Il maxi intervento è stato annunciato nella giornata di ieri, nella “premessa” al Def, il Documento di economia e finanza varato dal Consiglio dei ministri. Per le sole famiglie, ma anche per le imprese, la sanità, nonché ulteriore liquidità a protezione delle aziende italiane, stanziati ben 55 miliardi di euro. Il titolare dell’economia ha poi annunciato un’altra misura importante: “Cancelliamo tutti gli aumenti dell’IVA previsti per i prossimi anni – le sue parole su Facebook – un intervento poderoso, senza precedenti, necessario per sostenere ed aiutare il Paese in questo momento così difficile, e per provare a ripartire tutti insieme”. Nelle cifre di cui sopra, sono incluse, oltre alle misure per il lavoro e i vari sussidi, anche le garanzie per i prestiti alle imprese, ed altri 50 miliardi di interventi da parte della Cassa depositi e prestiti, per quelle aziende che contano fino ad un massimo di 250 dipendenti.



GUALTIERI “SERVE PERIODO DI RILANCIO PER ECONOMIA”

Due sono i decreti cardine per far ripartire la nostra penisola dopo la gravissima crisi sanitaria ed economica di queste settimane, a cominciare dal Cura Italia (per un valore totale di 25 miliardi), e arrivando fino al prossimo decreto Aprile, del valore di 55 miliardi. In totale fanno 80 miliardi di euro, pari al 4.5% dell’intero Prodotto Interno Lordo nazionale. Ovviamente l’economia avrà bisogno di un periodo di rilancio dopo lo choc di questi mesi: “È evidente – prosegue ancora Gualtieri – che dopo uno shock quale quello subìto quest’anno e che ci auguriamo non si protragga anche nel 2021, l’economia avrà bisogno di un congruo periodo di rilancio durante il quale misure restrittive di politica fiscale sarebbero controproducenti”. Con le nuove misure attuate, scenderà nel contempo anche la pressione fiscale, altra nota che fa sorridere: “Va sottolineato che una volta inclusi gli effetti del decreto in corso di preparazione e il beneficio degli 80 euro mensili (che diventeranno 100 con il taglio del cuneo fiscale sul lavoro già legiferato) la pressione fiscale scenderà dal 41,9 per cento del 2019, al 41,8 per cento nel 2020 e al 41,4 per cento nel 2021”.