No all’intitolazione di un’area alla memoria di Giorgio Almirante. In un tweet, il sindaco di Roma Roberto Gualtieri è stato chiarissimo: la Capitale non dedicherà uno spazio al fondatore del Movimento Sociale Italiano. “La toponomastica è una competenza di Roma Capitale e noi non intitoleremo un’area verde a Giorgio Almirante. Roma è medaglia d’oro al valor militare per il suo contributo alla Resistenza e non dimentica la storia, i principi e i valori della Costituzione” si legge sui social del primo cittadino della Capitale.



Così il sindaco di Roma mette la parola fine alla mozione approvata dal Municipio VI che aveva pensato di intitolare un giardino al leader del Movimento Sociale Italiano. Il presidente del Municipio VI aveva giustificato così la proposta all’Adnkronos: ”Io sono favorevole perché vengo dal Movimento sociale italiano. Giorgio Almirante per me è stato un maestro, io lo ritengo un grande italiano. In questo paese abbiamo strade intitolate a dittatori come Lenin, Stalin e Tito, figuriamoci se non ci può stare Almirante. Ha fatto il parlamentare per tante legislature, eletto democraticamente dal popolo, non si capisce perché non merita che gli sia intitolato un giardino. È il paradosso all’italiana, è la mentalità ‘pelosa’ della sinistra che ogni volta cerca la polemica. Per quanto mi riguarda viva Giorgio Almirante”.



Dibattito già affrontato nel 2018

L’approvazione di una mozione per intitolare un giardino a Giorgio Almirante, fondatore del Movimento Sociale Italiano, partito di ispirazione neofascista, aveva scatenato non poche proteste tra i romani e non solo. Il presidente del Municipio VI Nicola Franco aveva proseguito: “La mozione impegna il presidente del Municipio ad individuare un’area, poi ci deve essere anche l’assenso del Campidoglio. Ancora non abbiamo scelto alcun posto, è stata votata due giorni fa, siamo ancora a caro amico”.

Lo stesso dibattito era già stato affrontato nel 2018. Dopo l’approvazione in Aula di una mozione per l’intitolazione di una strada ad Almirante, Virginia Raggi aveva sentito i consiglieri di maggioranza e deciso di firmare una mozione in Assemblea capitolina affinché fosse vietata l’intitolazione di strade della Capitale ad esponenti politici affini al fascismo. Nella mozione veniva ricordato l’articolo 12 delle disposizioni finali della Costituzione che vieta la riorganizzazione, sotto qualsiasi forma, del disciolto partito fascista e la legge  645/1952 che sanziona chi svolge propaganda razzista o esalta esponenti, principi, fatti e metodi propri del partito fascista.