Il Ministro dell’Economia Roberto Gualtieri ha decisamente ascoltato l’appello rivolto ieri in Commissione al Parlamento del Commissario agli Affari Economici Ue Paolo Gentiloni: «Per il Mes noi abbiamo sempre detto che valuteremo il ricorso a questo strumento al momento opportuno […] è strumento che non è un fondo perduto ma avere risorse a tasso zero è molto conveniente e questo determinerebbe un risparmio, in termini d’interessi, di diverse miliardi di euro, è strumento molto utile». Nella lunga intervista stamane ad Agorà Estate di Roberto Vicaretti, il titolare delle Finanze fa ben intendere come col Recovery Fund che arriverà non prima della primavera 2021 («vogliamo avere già ad ottobre le linee di fondo del Recovery Plan, in modo da interloquire subito con la Commissione per avere i primi soldi, concretamente, nei primi mesi del 2021»), il Fondo Salva-Stati potrebbe essere l’arma giusta per iniziare a salvaguardare la sanità italiana, messa in crisi dalla pandemia Covid-19.



GUALTIERI “OK RIDUZIONE TASSE, MA NON CON FONDI UE”

Ma l’asse con Gentiloni non riguarda certo solo il Mes – dove comunque il Premier Conte si ritrova nuovamente “all’angolo” con in più la “grana” M5s sul Dl Covid (qui i dettagli) -, per Gualtieri anche la riforma del fisco deve essere necessaria, urgente ma senza i fondi europei del Recovery Plan. «Gentiloni ha ragione, sul fatto che la riduzione fiscale non va finanziata con i fondi Ue. La riduzione delle tasse vogliamo realizzarla ma dovrà autofinanziarsi e c’è molto spazio, a cominciare dal taglio del cuneo fiscale», spiega ancora il Ministro Pd delle Finanze. La riforma del fisco si permea sia sulla riduzione dell’Irpef sul lavoro per aumentare stipendi e ridurre costo lavoratori, ma serve anche «grande innovazione dell’assegno unico che definirebbe uno strumento più potente per sostenere la genitorialità, le famiglie». Dopo gli ultimi dati pessimi del Pil Italia nel secondo trimestre 2020, Gualtieri spiega che in tutto l’anno ci sarà peggio dell’8% di caduta ma «andiamo verso forte rimbalzo»; certo, ammette ancora il Ministro concludendo l’intervista su Rai3, errori sono stati fatti e la cassa integrazione in deroga non ha funzionato come doveva «Poi il meccanismo di erogazione è stato perfezionato, ma questo poteva essere fatto prima».

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