Non è un’intervista, è di fatto un “manifesto” quello lanciato oggi dalle colonne de “Il Foglio” dal Ministro dell’Economia Roberto Gualtieri: dalla riforma fiscale alla “nuova sinistra” fino alla controversa proposta di inserire lo Stato nei Consigli di Amministrazione delle aziende come garanzia-volano di ripartenza dopo la crisi. Il titolare del Mef nel dialogo con il direttore Claudio Cerasa imposta la “personale” partita del Pd all’interno del Governo eliminando i dubbi circa la posizione da tenere nel merito degli aiuti alle imprese: «A chi dice che lo Stato azionista è uno scandalo dico che no, non c’è nessuno scandalo». Dopo il caos dei prestiti alle imprese che ancora stentano ad arrivare e dopo le maxi polemiche su Fca, Ex Ilva e Autostrade, Gualtieri reputa comunque tutte queste polemiche «incomprensibili, oltre che sbagliate»: secondo il Ministro del Tesoro, «nel caso delle Pmi il governo si limita a dare incentivi e favorire la crescita dimensionale aiutando e incentivando comportamenti virtuosi».



IL PIANO PER LE GRANDI AZIENDE

E per le grandi aziende? «Qui lo Stato non ambisce a esercitare un potere di controllo ma si muove per esercitare un ruolo di supporto per favorire la capitalizzazione e gli investimenti con una funzione di stabilizzazione e investitore paziente». Secondo Gualtieri proprio questa presenza da non scartare dello Stato nelle aziende come azionista si può leggere l’invito ad una nuova sinistra di Governo: «il futuro che si sta aprendo – dice ancora il titolare del Mef al Foglio – vedrà un nuovo protagonismo della sinistra di governo capace di coniugare crescita ed equità e di concorrere alla necessaria opera di governo e civilizzazione dei processi di globalizzazione». Dallo Stato al Recovery Fund, la proposta della Commissione Europea secondo il Ministro che ha lavorato nell’Ecofin alla difficile iniziale trattativa va nella giusta direzione «straordinaria opportunità non solo per avere nuove risorse da immettere nella nostra economia ma per dimostrare di avere una strategia non solo per galleggiare ma anche per provare a navigare».



LA RIFORMA FISCALE DI GUALTIERI

La “chiosa” viene fatta sul progetto di riforma fiscale già nel piano del Governo per le prossime settimane: dopo l’invito del Ministro degli Esteri Di Maio a metter mano al più presto ad una “rivoluzione copernicana”, Gualtieri traccia i suoi 5 punti cardine: «Semplificazione, progressività, sostegno al lavoro, all’impresa e alla famiglia». Per il Ministro dem, nel quadro di crisi attuale serve un rilancio concreto alla «digitalizzazione dei pagamenti e il superamento del contante che avevamo avviato e le cui ragioni escono ulteriormente rafforzate da questa crisi». Parafrasando il senso delle proposte già formulate oggi dal Premier Conte nel “Recovery Plan” italiano, Gualtieri aggiunge «sarà volano di innovazione e modernizzazione e al tempo stesso di uno strumento importante di contrasto all’evasione che a sua volta costituisce la condizione per una riduzione del carico fiscale». Un sistema fiscale “di sinistra” è pronto a sbarcare, parola di Gualtieri: «sistema fiscale equo in cui tutti, come dice la Costituzione, concorrono alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva, e dall’altro le potenzialità assai sottoutilizzate, in questo come in tanti altri ambiti, del digitale. Sono convinto che il paese sia pronto a compiere decisi passi avanti in questo ambito».

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