Dal “ritiro in convento” dove si è riunito il Pd per preparare il prossimo Congresso post-Elezioni in Emilia e Calabria, il Ministro dell’Economia Roberto Gualtieri ha lanciato ufficialmente il tema che dominerà le discussioni su Fisco e piano economico delle prossime settimane: «La prima tranche della riforma fiscale vogliamo farla partire subito: abbiamo fatto naturalmente una valutazione tecnica sulla possibile allocazione delle risorse non indifferenti per la riduzione del cuneo fiscale. Entro questo mese un decreto che consenta di ridurre le tasse fino a 14 milioni di lavoratori, specie di redditi medio bassi finora esclusi dagli 80 euro», espone il Ministro dem ipotizzando un decreto già nei prossimi giorni ed entro aprile una «legge delega sulla riforma fiscale». Durante il seminario Pd nell’abbazia di San Pastore a Contigliano (Rieti), Gualtieri ha poi rilanciato sul potenziale imminente incontro con i sindacati dove poter iniziare a discutere del piano fiscale dei prossimi mesi, «auspico rapidamente un confronto delle forze di maggioranza poi vedremo le forze sindacali». Al “piano Gualtieri” però vi si è subito opposto il M5s che con la viceministro Laura Castelli puntualizza «Sono convinta che ci incontreremo prima di venerdì, per condividere nella maggioranza una linea unitaria sul cuneo fiscale. Noi abbiamo una nostra proposta e idee ben chiare su ciò che va fatto». Risultato, questo pomeriggio al Tesoro ci sarà un mini vertice di maggioranza dove M5s e Pd proveranno a dialogare su come destinare i risparmi emersi in Manovra dal taglio del cuneo fiscale previsto per il 2020 e il 2021.



IRPEF E TAGLIO CUNEO: IL GOVERNO È (ANCORA) DIVISO

Il Governo però, una volta di più, si dimostra diviso e non solo sull’asse Pd-M5s: mentre Zingaretti ha chiuso il seminario dem rilanciando l’azione dell’esecutivo con un piano fino al 2023 (con aperture a continuare l’alleanza anche nella prossima legislatura, copyright Dario Franceschini), sul taglio del cuneo e sulla riforma fiscale anche Italia Viva espone tutti i dubbi in merito: i renziani sono pronti infatti a ridurre l’Irpef, come già avevano proposto durante le frizioni sulla Manovra 2020, con minore “interesse” per ulteriori tagli al cuneo fiscale. Ieri il Premier Conte ha rilanciato un «nuovo piano per modificare l’Irpef dopo 47 anni», ma Renzi non pare aver gradito particolarmente «La riforma Irpef dopo 47 anni è una cosa troppo seria per essere lasciata al gioco politico da quattro soldi. Italia Viva da mesi chiede che sia una delle due priorità 2020 (assieme a Piano Shock su investimenti). Ma o ci lavoriamo seriamente o evitiamo di dare spettacoli inutili», riporta su Twitter il vicecapogruppo di Italia Viva, Luigi Marattin. Facce cupe tra i renziani ma anche nel M5s in merito allo specifico “piano Gualtieri” sul nuovo fisco per i prossimi anni: «Reddito di Cittadinanza? Da migliorare, c’è la necessità di rafforzare la misura nel quadro delle politiche attive per il lavoro». Su questo punto replica diretta la Castelli assieme alla base M5s «assoluta contrarietà alla ricerca di risorse aggiuntive mediante una stretta sul reddito di cittadinanza e su quota 100». Il Ministro Gualtieri intanto, specificando i contenuti stessi della riforma fiscale, ribadisce dal “convento” «semplificazione e razionalizzazione a partire dalle detrazioni fiscali; alleggerimento sui redditi bassi e medi; rafforzamento del sostegno alle famiglie e contributo alla transizione ambientale».

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