Una guardia carceraria e un detenuto condannato a morte in fuga d’amore. Sembrerebbe una storia da film, ma è tutto vero: è successo in Alabama, al centro di detenzione della contea di Lauderdale a Florence. Protagonisti l’agente 57enne Vicky White e il 38enne Casey White, dietro le sbarre per l’omicidio di una donna.



Secondo quanto riportato dalla stampa americana, i due sono spariti lo scorso 29 aprile: la guardia carceraria avrebbe dovuto portare il condannato a morte davanti al giudice. E spuntano le prime indiscrezioni sul motivo della fuga: intervenuto ai microfoni della NBC, lo sceriffo Rick Singleton ha rivelato che la coppia ha avuto una “sorta di relazione” per almeno due anni, con tanto di visite quando l’uomo si trovava in una prigione di stato.



Alabama, guardia carceraria libera detenuto: “Fuga d’amore”

Le autorità dell’Alabama sono a caccia della coppia da quasi una settimana, ma al momento non sono stati registrati progressi nelle ricerche. “Sappiamo che i due sono rimasti in contatto mentre era nella prigione di stato”, ha spiegato lo sceriffo Singleton ai microfoni della NBC. E non è escluso che la storia d’amore tra Vicky White e Casey White vada avanti da oltre due anni: le forze dell’ordine stanno ricostruendo le tappe del rapporto e sono attese novità a stretto giro di posta.



L’U.S. Marshals Service ha messo sul piatto 5 mila dollari per chi condivide informazioni utili alla cattura di Vicky White e fino a 10 mila dollari per Casey White. La coppia avrebbe abbandonato l’auto di pattuglia in un parcheggio per salire a bordo di una Ford Edge. “I due potrebbero essere pesantemente armati”, ha ammonito lo sceriffo.

NBC ricorda che Casey White è stato condannato a morte per l’omicidio della 58enne Connie Ridgeway, avvenuto nel settembre 2020, ed era già stato in prigione per altri reati risalenti al 2015. Vicky White è entrata in azione nell’ultimo giorno da agente – presto sarebbe andata in pensione, ma anche su questo sono attese conferme dagli uffici competenti – e adesso è accusata di aver permesso o agevolato la fuga del detenuto.