‘GUARITORI’ NEW AGE NEI CENTRI DI GESUITI E SALESIANI IN SPAGNA
Sta facendo discutere gli ambienti vicini alla Chiesa in Spagna la presenza di conferenze e incontri di particolari “guaritori New Age” all’interno di centri gestiti da Gesuiti e Salesiani. Nello specifico, i due centri coinvolti – Centro di Spiritualità Loyola a Azpeitia (Guipúzcoa) e la Residenza Salesiana Martí Codolar a Barcellona – hanno ospitato in momenti diversi, ma sempre nelle ultime settimane, attività legate a gruppi esoterici “New Age” per obiettivi “pseudo-terapeuti”. Con due interventi presso i portali “Portaluz” e “Aleteia”, il rappresentante della Rete Iberoamericana per lo Studio delle Sette (RIES) Luis Santamaría ha evidenziato tutta la particolarità e la pericolosità di ospitare argomenti del genere all’interno di centri gestiti dalla Compagnia di Gesù e Salesiani. Al Loyola Spirituality Center è intervenuto Eduardo Liébana, guaritore professionista della British School, per un convegno dal titolo “Gesù guaritore. I miei miracoli preferiti”.
Mischiare religiosità ed esoterismo, cultura New Age e cattolicesimo: di questi rischi si discute in questi giorni dopo i convegni ospitati, specie dopo aver scoperto più da vicino gli obiettivi e gli argomenti usati dal “guaritore” (attivazione dell’energia, risveglio dell’ego all’essenza interiore, energia curativa, coscienza universale, attivazione dei 900 parametri). Alla Residenza Salesiana Martí Codolar è invece andato in scena il “laboratorio esperienziale” dal titolo “Demistificare la morte” con presente il guru francese Bernard Rouch. Lo stesso protagonista di questa secondo convegno spiega nel suo pamphlet con chiarezza: «la mia proposta spirituale sintetizza elementi dell’induismo, del buddismo, del cristianesimo, dell’antico Egitto e degli esseni, nonché delle culture azteca e maya».
GESUITI, GUARITORI E IL RISCHIO DELLA CONFUSIONE
Ora, lungi da noi tenere un trattato sul tema della filosofia di vita “New Age” o su questioni legate alle specifiche tecniche di “guarigione” dell’anima impostata dai “guru” accolti all’interno dei centri di Gesuiti e Salesiani. Il tema semmai è un’altro: occorre infatti chiarezza, se si sta compiendo un’opera di dialogo con cultura e teorie diverse dalla propria (l’esperienza cattolica) o se invece si propone quei criteri di “guarigioni” come se fossero un’aggiunta per “migliorare” la dottrina e il Vangelo di Gesù.
Se si tratti di un dialogo franco e netto dove resistono le differenze è un conto, diverso invece se si “mischiano” le proposte davanti ai semplici fedeli e cittadini che cercano nei guaritori-guru risposte quasi “divine”. Come spiega il post di Luis Santamaría su “Aleteia”, con questi convegni «c’è un chiaro pericolo che malati e altre persone vulnerabili si rivolgano a questo “guaritore“; pensando che insegnerà loro a riconoscere la propria essenza e ad attivare quella guarigione dall’interno. Dall’esperienza di chi indaga su questi temi e aiuta le proprie vittime, è chiaro che si tratta di una pseudoterapia del rischio New Age». Smettere di fidarsi della scienza e dei propri medici, come del resto preferire “guru” ai sacerdoti che hanno donato la loro vita alla testimonianza dell’Unica Verità cristiana è un fortissimo rischio che emerge dall’accoglienza di quei centri Gesuiti e Salesiani di Spagna. «c’è un chiaro pericolo che malati e altre persone vulnerabili si rivolgano a questo “guaritore”; pensando che insegnerà loro a riconoscere la propria essenza e ad attivare quella guarigione dall’interno. Dall’esperienza di chi indaga su questi temi e aiuta le proprie vittime, è chiaro che si tratta di una pseudoterapia del rischio New Age», conclude Santamaria. Come ha ribadito in più occasioni anche a livello ufficiale il Vaticano, la “filosofia New Age” non è una pratica raccomandata dalla Chiesa: proporre una visione del mondo diversa da quella incarnata dal Signore è legittimo, che a farlo siano ambienti e locali della Chiesa stessa ci pare essere un problema piuttosto dirimente.