L’inquinamento è un problema che sta attanagliando tutto il pianeta. Ma non sono solo le emissioni di gas serra a preoccupare. Anche la plastica è considerata tra i principali responsabili inquinanti. Quello che però si sta verificando in Guatemala è qualcosa di eclatante. Il fiume Las Vacas porta con sé 44 ettari di rifiuti accumulati dagli abitanti del luogo in 70 anni. Ed è soprattutto durante la stagione delle piogge che i rifiuti di plastica scendono verso gli affluenti dello stesso. A una trentina di chilometri dalla capitale poi questi rifiuti si uniscono al fiume Motagua, il più importante del paese, che lo attraversa per 486 km fino alla sua costa caraibica, a est.



Secondo le stime del Ministero dell’Ambiente del Guatemala, come riporta Le Monde, il fiume trasporta quasi 8.500 tonnellate di rifiuti ogni anno (cifra considerata sottostimata dalle ONG) attraverso quasi un centinaio di comuni che più spesso utilizzano la terra vicino alle sue rive per depositare i loro rifiuti in discariche illegali. Oltre a costituire di per sé per tutta l’area un enorme danno ambientale, la situazione finisce con l’espandersi anche verso la vicina di casa Honduras. Alla foce infatti del fiume, sulla costa honduregna, troviamo questo mare di plastica che galleggia tra le onde. Situazione non nuova ma peggiorata nel corso degli anni.



INQUINAMENTO PLASTICA: PROBLEMA TURISTICO ED ECOLOGICO

Visto che il Guatemala ha creato un danno ambientale anche all’Honduras, quest’ultima in un primo momento aveva sporto denuncia alla Corte interamericana dei diritti umani nel settembre 2022. Dopo però 9 mesi e dopo vari incontri bilaterali ha deciso di ritirare la denuncia. Tutto ciò in un clima di delusione soprattutto da parte di quelle aree che hanno avuto ripercussioni sulle principali attività di cui campano, come pesca e turismo.

Il problema non può che considerarsi serio, e non solo da un punto di vista economico, ma soprattutto ecologico, come ha anche dichiarato la deputata Dunia Jiménez, del partito Salvador de Honduras, eletta nella regione di Omoa. La stessa entrerà a far parte di una commissione bilaterale permanente costituita sul tema, le cui prime riunioni avranno luogo a settembre. Intanto i due paesi coinvolti si sono assunti le proprie responsabilità, imputabili all’80% al Guatemala e al 20% all’Honduras, puntando al dialogo e alla cooperazione anziché affidarsi ad una denuncia internazionale che si sarebbe risolta solo tra anni.



EMERGENZA INQUINAMENTO: GLI INTERVENTI

Finora è stata prevalentemente la politica a non volersi occupare concretamente della faccenda. In particolare quella del Guatemala per ridurre l’arrivo di rifiuti in Honduras si basa infatti sull’esperienza delle ONG. A 18 chilometri dalla capitale, una barriera galleggiante fatta di boe saldamente fissate alle sponde del fiume Las Vacas, trattiene ogni tipo di rifiuto. Non sempre però queste soluzioni si rivelano efficaci, strabordando a seguito di intense precipitazioni.

Di tutti i rifiuti trattenuti inoltre il 4% viene riciclato. Il resto viene invece inviato con un camion alla discarica della capitale e incenerito per produrre cemento. Sembrerebbe in questo senso un circolo virtuoso, ma in realtà non sembrano esserci altre alternative. E le previsioni parlano, tra cinquemila anni, di una discarica di petrolio derivato dalla plastica.