Guè Pequeno ospite del quinto live di X Factor, il talent show musicale in onda su Sky Uno e Tv 8. Il rapper questa volta però non sarà da solo visto che sul palcoscenico del talent show musicale ci sarà anche Ernia con cui presenterà il brano “25 ore Rex”. Una collaborazione fra i due trionfatori dell’estate italiana: da un lato c’era il Re Guè Pequeno con “Chico” e dall’altro il Duca Ernia con “Superclassico”. Questa volta i due rapper hanno deciso di collaborare insieme per una produzione musicale che si preannuncia davvero esplosiva. Si tratta di un graditissimo ritorno per il rapper che quest’anno ha pubblicato il disco di successo “Mr. Fini”. Un progetto importante che Guè ha presentato così dalle pagine del prestigiosissimo Vogue: “quando l’ho concepito avevo in mente certi classici di metà anni Zero come Tha Carter I e II di Lil’ Wayne. La tendenza contemporanea, il disco da dieci tracce da tre minuti l’una, non m’interessava, perché volevo fare un disco che da un lato sottolineasse il mio status, e dall’altro racchiudesse tutte le influenze che compongono la mia identità artistica”. Un disco sentito, un album che non seguisse le mode del momento, ma che fotografasse il momento storico che sta vivendo.



Guè Pequeno: “non sento di avere nulla da insegnare”

“Non mi interessava seguire l’hype e mettermi in competizione diretta con l’ultimo degli esordienti” – ha sottolineato Guè Pequeno detto Guercio che, con il suo ultimo album “Mr. Fini” ha cercato di lanciare sul mercato un disco che potesse essere senza tempo. Diciamo che Pequeno ci è riuscito alla grande visto che il disco è un concentrato di ininfluenze musicali: dal pop tipicamente degli anni ’80 fino al reggae, ma c’è spazio anche per il rap puro e per la dub. Attenzione però Guè ci tiene a precisare: “non è un compendio per nostalgici, a me la roba attuale piace tantissimo, semplicemente non l’ho replicata, ma reinterpretata”. Parlando sempre di Mr. Fini il rapper l’ha presentato come il sequel di Vero, album pubblicato nel 2015: “è il sequel spirituale di quell’album, che, per inciso, è la mia opera preferita. E quanto al Padrino, ho voluto usare un esplicito riferimento cinematografico perché il mio disco è strutturato come un film”. Infine il rapper ha anche precisato: “non sento di avere nulla da insegnare, né men che meno sento il dovere di farlo. È per questo che non mi vedrai mai scrivere pezzi carichi di retorica o fare post paraculo su Instagram sull’ultimo avvenimento di attualità”.

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