Gué Pequeno, oggi si fa chiamare solo Gué, torna sul palco nel programma “MCS – Il viaggio della musica”. Il rapper è tornato alla musica con il nuovissimo album di inediti dal titolo “Gvesvs” che ha segnato l’inizio di una nuova vita artistica e personale. A definirlo proprio così è stato Gué che, intervistato dal Corriere della Sera, ha raccontato: “questo disco è l’inizio di un nuovo percorso. Resto però leale al codice rap, non lo tradisco aprendomi ad altro. Ho le radici nell’asfalto”. Il disco è nato dopo la pandemia e l’autoisolamento forzato e i brani che lo compongono risuonano come una autoanalisi su quella che è stata la sua vita tra cadute e vittorie, tra eccessi e demoni. Il disco è stato molto criticato per la scelta della copertina in cui Gué Pequeno ha ricalcato l’iconografia di Gesù: “anche su Instagram sono stato blastato… Qualcuno ci è andato pesante facendo riferimento al giorno in cui mi troverò solo davanti a Gesù. A me, da ateo, sembra una provocazione non offensiva. Uso da sempre quel gioco di parole: sono nato il 25 dicembre”.



Gué Pequeno ha poi spiegato il perchè di volersi far chiamare solo Guè: “alla fine è solo una scritta… Il mio street name sin da ragazzino al parco Sempione era Guercio per via dell’occhio (ha una ptosi palpebrale ndr). E anche star come Young Jeezy hanno fatto lo stesso”.

Gué Pequeno: “è un momento sterile per il rap”

Una cosa è certa: Gvesvs di Gué Pequeno è un disco che fa da spartiacque nella discografia del rapper, ma attenzione a definirlo l’album della maturità. “Non amo il termine” – ha detto a gran voce Gué dalle pagine del Corriere della Sera precisando – “è un album in cui ti ci puoi ritrovare dai 18 ai 50 anni. Ho deciso di staccare l’autotune e andare in una direzione senza tempo pur restando moderno”. Il cantante ha poi criticato il mondo del rap: “è un momento sterile. Vedo molti che barano. C’è chi fa beneficenza per vendere un disco oppure chi va a Sanremo nove volte di fila e si bacia in bocca per sopperire alla musica di m… che fa”. Parole che lasciano intravedere una frecciata ai colleghi Fedez e Achille Lauro con il rapper che precisa: “la scuola è quella fedeziana, ma i casi sono molti di più. In Italia molti fanno parlare di sé mettendo il becco in cose che non conoscono. Anche in politica… Ci sono un sacco di influencer, altri che si atteggiano a delinquenti senza esserlo, ma non vedo in giro rapper bravi. Marra e Caparezza, anche se non è il mio mondo, sono eccezioni”.



Infine parlando di rap ha però Gué Pequeno ha precisato : “è entertainment, è spettacolo, la scrittura è arte. Non mi devo giustificare davanti a nessuno, non ho approvato una legge sessista”.

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