Rudy Guede, unico condannato per l’omicidio di Meredith Kercher, ai microfoni dell’Ansa, ha parlato della proposta di Francesco Paolo Sisto, viceministro della Giustizia, di introdurre delle norme sui processi mediatici, affinché questi ultimi non consistano in una informazione parallela e falsata rispetto a quella fornita nelle aule. “Non conosco i dettagli di questa proposta ma condivido la necessità di un intervento a garanzia della verità”, ha affermato. “Certamente non dico che si debba censurare l’informazione, ma riportarla per la notizia che è e soprattutto vagliarla preliminarmente per distinguerla da una calunnia diffamatoria”.
Il caso del delitto di Perugia, d’altronde, è stato a lungo nell’occhio del ciclone dei media, anche in virtù del fatto che un vero e proprio colpevole non è mai stato identificato. Amanda Knox e Raffaele Sollecito furono infatti in un primo momento condannati per omicidio e poi assolti in Cassazione. Rudy Guede invece è stato condannato per concorso in omicidio, ma non è mai stato chiarito con chi abbia agito. Lui, da parte sua, si è sempre dichiarato estraneo ai fatti.
Guede, condannato per omicidio Meredith: “Io vittima di narrazione calunniosa”
Rudy Guede, a proposito della condanna per l’omicidio di Meredith Kercher, ha sottolineato di essere stato una vittima proprio del processo mediatico parallelo a quello della giustizia. “Io ho subito una condanna (che personalmente considero ingiusta) ma gli stessi giudici mi hanno assolto dal reato di furto (e non è una precisazione da poco) affermano che non ho ucciso io Meredith, che le ho prestato soccorso per quel che ho potuto, che non ho nulla a che fare con la simulazione avvenuta nell’abitazione”, ha ricordato.
“Eppure, nonostante tutte queste circostanze riportate nelle mie sentenze ho assistito in questi lunghi e dolorosissimi anni ad una narrazione calunniosa e diffamatoria nei miei riguardi, troppo spesso senza alcuna verifica preliminare facendo passare per buono il falso e perciò a mio avviso responsabili di narrazioni mendaci e superficiali”, ha concluso l’ivoriano.