Oggi è attesa la sentenza del processo federale a carico del commissario tecnico della nazionale di ginnastica ritmica, Emanuela Maccarani, e della sua assistente Olga Tishina, e il programma di Rai Uno, Storie Italiane, sta seguendo il processo in diretta. In studio vi era Guenda Goria, figlia di Amedeo Goria, che in passato ha praticato molto sport e che ha raccontato la sua esperienza: “Ho partecipato a danza classica, ginnastica ritmica, conosco il rapporto ambivalente tra sport e cibo, il rigore e la vita privata, l’adolescenza, è sempre complesso. Il corpo è uno strumento per migliorare e formarsi ma è anche la tua vita. Io ho vissuto un corpo difficile perchè durante l’adolescenza avevo un corpo che ingrassava e io invece volevo continuare a danzare, e non è stato semplice”.



Sullo scandalo delle Farfalle Guenda Goria ha spiegato: “E’ un argomento molto complesso, queste ragazze per poter raggiungere questi risultati devono seguire una disciplina e la loro allenatrice le ha portate a risultati straordinari. Le Farfalle non accusano ma stanno emergendo tante esperienza negative nel mondo della ginnastica ritmica. Tanti sport come la ginnastica ritmica dovrebbero diventare un po’ più inclusivi dal punto di vista dei canoni estetici. Bisogna avere per forza un peso se no non si può partecipare alle olimpiadi, ecc ecc”.



GUENDA GORIA: “NON HO MAI VISSUTO RESTRIZIONI”

Quindi ha aggiunto, ricordando la sua esperienza dolorosa:Io non ho mai vissuto restrizioni, la mia insegnante era molto dolce. Io dovevo affrontare un esame molto rigido per entrare a La Scala e parlai con mia mamma, mi disse che fisicamente non avevo i canoni per fare quel tipo di percorso e dovetti rinunciare a quello che era il mio sogno e da lì ho cominciato a non amare il mio corpo, mi ha impedito un grande sogno. Io però penso che il mondo della danza sia un po’ cambiato”.

“Il mio corpo – ha proseguito Guenda Goria – mi impediva di essere felice e di realizzare il mio desiderio. Ci sono stati momenti in cui mangiavo molto poco, disordini alimentare in generale, dopo quel periodo ho iniziato a mangiare molto poco, non accettavo che una normale adolescenza cambiasse il mio corpo, io non volevo, e ciò ha creato un antagonismo fra me e il mio corpo che dura ancora adesso”.