Il mistero dei “400 spiati a loro insaputa” si infittisce. Dopo l’articolo di Luigi Bisignani pubblicato oggi da Il Tempo, interviene il presidente del Copasir, Lorenzo Guerini, con una nota in cui ricorda che “le sedute del Comitato sono segrete” e precisa che “le notizie riportate dall’articolo in merito ai contenuti delle audizioni citate sono destituite di fondamento“. La vicenda non è nuova. Luigi Bisignani ha scritto con Paolo Madron il libro “I potenti al tempo di Giorgia“, edito da Chiarelettere, in cui si racconta di un’inchiesta della procura di Roma. Lo ha citato anche il senatore Matteo Renzi, quando nelle scorse settimane ha rivelato che pare che abbiano detto alla premier Giorgia Meloni, prima di arrivare a Palazzo Chigi, che esistevano “forme di controllo telematico di vari personaggi che ruotavano attorno al suo mondo“.



Bisignani torna oggi alla carica citando Eugenio Santagata, ex ufficiale dell’esercito che ora è in Tim ed è dirigente delegato di Sparkle. Tra i suoi collaboratori c’è Alma Fazzolari, sorella del sottosegretario alla Presidenza del Consiglio. Bisignani spiega che Santagata vanta un rapporto personale col capo dell’Aise, Gianni Caravelli, e col capo di gabinetto della premier, Gaetano Caputi. Nelle ultime settimane, secondo le ricostruzioni di Bisignani, l’ex ufficiale si sarebbe presentato al Copasir tre volte proprio per le rivelazioni del libro, in cui si denuncia che 400 persone sarebbero state spiate, con annessa attività di dossieraggio. Tema su cui Guerini avrebbe avviato un’indagine conoscitiva con i principali operatori coinvolti nelle attività di “ascolto”.



400 SPIATI A LORO INSAPUTA? BISIGNANI CITA TRE AUDIZIONI

La prima audizione di Santagata citata da Bisignani è quella che si sarebbe svolta il 20 giugno (le altre invece il 27 e il 28). Stando a quanto accertato da Madron tramite alcun commissari rimasti anonimi, il manager ha riferito che tra le attività istituzionali del suo gruppo c’era appunto quella di ascoltare le utenze voce ed etere di nominativi internazionali utili per la sicurezza nazionale, ma anche di ignari cittadini italiani. Si usava anche WhatsApp, Signal e altre applicazioni di telecomunicazione e messaggistica. Inoltre, a seconda dell’interesse delle conversazioni intercettate, si potevano estendere gli ascolti ad altre utenze. Questo è il cosiddetto sistema a “strascico”.



Dunque, secondo Bisignani ora il Copasir vuole fare chiarezza sull’intera vicenda e cita Roberto Scarpinato, grillino e magistrato protagonista della famosa “trattativa Stato-mafia”, quale commissario più stizzito. Successivamente sarebbero stati auditi Pietro Labriola, ad di Tim, ed Elisabetta Belloni, direttore del Dis. Ora ci si chiede se governo e magistratura siano stati messi al corrente di queste intercettazioni. “Dal momento dell’insediamento di questo Governo non ho mai autorizzato, quale Autorità delegata per la sicurezza della Repubblica, alcuna forma di intercettazione a carico di esponenti politici o di giornalisti“, ha assicurato il sottosegretario Mantovano, con delega alla sicurezza, dopo l’uscita del libro di Bisignani, il quale si chiede se Fazzolari e Caputi ne sappiano invece di più e se Salvatore Rossi, presidente di Tim, e il suo Cda erano al corrente o chiederanno conto di tutto ciò.