LO SCAMBIO DEGLI OSTAGGI AVVERRÀ AL VALICO DI RAFAH. LE ULTIME NOTIZIE SULLA GUERRA
In serata Israele ha ricevuto la lista degli ostaggi che saranno rilasciati nel primo giorno di tregua domani, giovedì 23 novembre: di concerto con l’esercito però, il Governo Netanyahu non pubblicherà i nomi prima dell’effettivo rilascio per «evitare false speranze tra i familiari se l’accordo non dovesse concretizzarsi». La lista, spiega la tv “Canale 12”, è stata consegnata questa sera al capo del Mossad David Barnea che si trova in Qatar: la guerra Israele-Hamas riprenderà appena dopo la tregua ma resta comunque l’accordo raggiunto sugli ostaggi un primo segno di novità nella diplomazia in Medio Oriente.
Lo scambio tra ostaggi israeliani e prigionieri palestinesi dovrebbe invece avvenire in maniera graduale attraverso il valico di Rafah, tra Egitto e Striscia di Gaza: a dirlo alcune fonti della sicurezza al valico – riportate dall’ANSA – ricordando che l’ultima volta che c’era stato uno scambio di prigionieri era avvenuto proprio con queste modalità. «Gli ostaggi nelle mani di Hamas dovrebbero essere consegnati a Rafah ai servizi di sicurezza egiziani», e solo poi trasferiti in ambulanza al vicino valico di Karem Aboul Salem. A quel punto verrebbero poi affidati alla parte israeliana: così via per 5 giorni, almeno questo è quello che dovrebbe avvenire se tutto davvero dovesse andare come stipulato nell’accordo diplomatico. In serata parlerà nuovamente Netanyahu in un discorso alla nazione per spiegare i punti salienti dell’accordo con Hamas.
LA TREGUA A GAZA DA QUANDO COMINCIA: NUOVO BLITZ DI ISRAELE CONTRO HAMAS
Dovrebbe cominciare domani 23 novembre dalle ore 10 la tregua tra Israele e Hamas, frutto dell’accordo raggiunto nella notte con la mediazione di Qatar, Egitto e Usa. Usiamo il condizionale perché le fonti egiziane e qatariote confermano quell’orario per l’inizio del cessate il fuoco, mentre da Tel Aviv fanno sapere che solo in serata verrà deciso l’effettivo orario di inizio della tregua. «Gli Stati Uniti e Israele sospenderanno entrambi i voli dei droni su Gaza per sei ore al giorno come parte dell’accordo per garantire il rilascio di 50 donne e bambini in ostaggio da Gaza», lo ha detto alla CNN il vice consigliere Usa per la sicurezza nazionale Jon Finer, confermando come non solo Israele ma anche gli Stati Uniti prenderanno parte alla “pausa” di 4 giorni dalla guerra Israele-Hamas.
L’accordo Israele-Hamas concordato in queste ore per la liberazione di 50 ostaggi tenuti a Gaza – in cambio del rilascio di 150 prigionieri palestinesi – dovrebbe essere ripetuto anche alla fine di questo mese: lo scrive la Reuters sul proprio sito web, citando un funzionario palestinese, «Il secondo gruppo seguirà il primo. Ci vorranno quattro o cinque giorni per organizzarlo e coinvolgerà 50 israeliani (ostaggi) in cambio di 150 palestinesi (prigionieri)». Il funzionario anonimo ha poi sottolineando che tra i prigionieri ci saranno «anziani, donne e bambini» e che le condizioni «saranno le stesse». Da ultimo, va segnalato l’irruzione della brigata Givati delle Forze di difesa israeliane che questo pomeriggio hanno compiuto il blitz all’interno del quartier generale di Hamas nella zona di Sheikh Zayed, nel nord della Striscia di Gaza. Lo confermano i portavoce dell’Idf: «Il quartiere di Sheikh Zayed è un quartiere di lusso dove vivono molti membri anziani di Hamas, nelle vicinanze si trovano avamposti di Hamas, utilizzati anche dalle forze dell’organizzazione terroristica Najaba, e si trovano nel cuore della popolazione civile».
GUERRA ISRAELE-HAMAS, COSA PREVEDE L’ACCORDO TROVATO SU CESSATE IL FUOCO, OSTAGGI E PRIGIONIERI
Dopo settimane di trattative con Qatar e Stati Uniti, ora è ufficiale il primo vero accordo diplomatico da quando è cominciata la guerra tra Israele e Hamas: il via libera del Gabinetto di Guerra a Tel Aviv, con anche il sostegno delle opposizioni (contrari solo gli ebrei ultraortodossi) al piano di Netanyahu, vede coinvolti tutti assieme la liberazione di ostaggi, il cessate il fuoco temporaneo e diversi prigionieri palestinesi pronti ad essere liberati.
Israele, Hamas, Qatar, Egitto e Stati Uniti hanno tutti confermato ufficialmente i termini dell’accordo diplomatico difficilmente raggiunto dopo settimane di trattative: 30 bambini, 8 madri e altre 12 donne tra gli ostaggi in mano ad Hamas saranno liberati in maniera “scalettata” ogni prossimo giorno (in tutto sarebbero circa 50 gli ostaggi da liberare secondo l’intesa e dovrebbero essere 10 gli ostaggi israeliani rilasciati ogni giorno di tregua). 150 prigionieri palestinesi con inoltre la tregua di 4-5 giorni con lo stop dei bombardamenti sono quanto Israele concede alle milizie islamiste di Gaza: l’accordo prevede anche l’ingresso di centinaia di camion che trasportano aiuti umanitari, medicinali forniture e carburante a tutte le parti della Striscia, in transito dal valico di Rafah con l’Egitto. Nel frattempo, il ministero della Giustizia israeliano ha pubblicato l’elenco dei 300 prigionieri palestinesi “candidati” al rilascio secondo l’accordo sugli ostaggi approvato stanotte dal governo Netanyahu: si tratta per lo più di donne e minori. È stato infine autorizzato a determinare la data finale del cessate il fuoco – in base a quanto ostaggi rilascerà Hamas – a condizione che la durata totale non superi i dieci giorni complessivamente.
LE REAZIONI ALL’ACCORDO RAGGIUNTO TRA ISRAELE E HAMAS: USA, CINA, UE E PALESTINESI
La guerra tra Israele e Hamas non è affatto finita ma sicuramente un primo accordo su ostaggi e tregua rappresenta il primo vero segnale “positivo” da un mese e mezzo a questa parte: il premier e ministro degli Esteri del Qatar, Mohammed bin Abdulrahman Al Thani, ha ringraziato «i partner che hanno contribuito affinché fosse raggiunto l’accordo sulla pausa umanitaria a Gaza, in particolare gli Stati Uniti e l’Egitto». L’accordo globale, è l’auspicio del Qatar, «possa porre fine alla guerra e allo spargimento di sangue e che porti a colloqui seri per un processo di pace globale e giusto nel rispetto delle risoluzioni con legittimità internazionale».
Secondo l’accordo raggiunto dal Gabinetto di Guerra, il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, il ministro della Difesa Yoav Gallant e il membro del gabinetto di sicurezza Benny Gantz sono stati autorizzati a decidere di volta in volta sull’identità dei prigionieri da rilasciare: «l’accordo negoziato con Hamas sugli ostaggi detenuti a Gaza dal 7 ottobre era la decisione giusta da prendere», ha detto stanotte Netanyahu commentando l’intesa, anche se ha specificato come «non fermeremo la guerra dopo il cessate il fuoco». Dalla Casa Bianca il Presidente Joe Biden in una nota ringrazia lo sceicco Tamim bin Hamad al-Thani del Qatar e il presidente Abdel-Fattah al-Sisi dell’Egitto «per la loro collaborazione nel raggiungimento di questo accordo», dicendosi infine «straordinariamente gratificato al pensiero della imminente liberazione degli ostaggi». Positivo sull’accordo Israele-Hamas anche il leader dei palestinesi Abu Mazen, «bene l’intesa umanitaria ma servono ora soluzioni più ampie per la Guerra Israele-palestinesi»: la leadership di Ramallah – ha scritto su X Hussein Al-Sheikh, segretario dell’Olp e consigliere di Abu Mazen – «apprezza lo sforzo di mediazione qatariota-egiziana». È previsto nelle prossime ore l’incontro tra una delegazione palestinese e il comando di Hamas per valutare i prossimi passi nel conflitto.
Dopo il vertice Brics di ieri, la Cina – che aveva chiesto anche una conferenza di pace internazionale per condurre una tregua permanente alla guerra – si dice comunque soddisfatta dell’accordo raggiunto, così come la Commissione Ue con la Presidente Von der Leyen si dice positiva sulla riuscita dell’accordo, «Ogni giorno in cui queste madri e questi bambini sono tenuti in ostaggio dai terroristi è un giorno di troppo. Condivido la gioia delle famiglie che presto potranno riabbracciare i loro cari. E sono molto grato a tutti coloro che nelle ultime settimane hanno lavorato instancabilmente attraverso i canali diplomatici per mediare questo accordo. Chiedo ai terroristi di Hamas di rilasciare immediatamente tutti gli ostaggi e di permettere loro di tornare a casa sani e salvi». Stamane all’Udienza Generale in Vaticano Papa Francesco ha detto di sentire la sofferenza di entrambe le parti per il conflitto in corso, «Le guerre fanno questo ma qui siamo andati oltre le guerre: questa non è guerra, è terrorismo. Per favore andiamo avanti per la pace, pregate per la pace».