Mentre centinaia di migliaia di palestinesi abbandonano le loro case nel nord di Gaza e fuggono verso il sud, in Egitto cresce la paura che la crisi umanitaria possa estendersi oltre i suoi confini. L’Egitto, unico Paese oltre a Israele a condividere una frontiera con Gaza, è stato sollecitato dagli Stati Uniti e da altri Stati occidentali affinché consentisse ai palestinesi in possesso di passaporti stranieri di uscire attraverso il valico di Rafah con la Striscia. Ma il timore principale de Il Cairo è che più a lungo continueranno i bombardamenti su Gaza, più l’Egitto dovrà affrontare pressioni per accettare un’ondata di rifugiati nel Sinai, penisola arida e scarsamente popolata con una storia di instabilità, spiega il Financial Times.
Il messaggio che l’Egitto ha inviato ai diplomatici occidentali è stato chiaro: fornirà aiuti a Gaza ma resisterà a qualsiasi spinta ad accettare un gran numero di palestinesi. Sameh Shoukry, ministro degli Esteri egiziano, ha avvertito che lo “spostamento forzato” per il Paese non rappresenta una soluzione alla crisi palestinese. Alla controparte europea, un funzionario avrebbe detto: “Vuoi che prendiamo 1 milione di persone? Bene, li manderò in Europa. Ti preoccupi così tanto dei diritti umani – beh, prenditeli”. Secondo quanto sottolineato, poi, “gli egiziani sono davvero, davvero arrabbiati” per la pressione esercitata su di loro affinché accolgano i rifugiati.
L’Occidente chiede l’apertura del valico di frontiera di Rafah
Israele potrebbe lanciare un’incursione di terra a Gaza, territorio densamente popolato che ospita 2,3 milioni di abitanti palestinesi, quasi quattro volte la popolazione del Sinai. Le forze israeliane hanno messo nel mirino la Striscia dopo un attacco di Hamas che ha ucciso più di 1.400 persone, secondo funzionari israeliani. Per i palestinesi, invece, i bombardamenti avrebbero ucciso più di 2.750 persone a Gaza, superando le vittime registrate durante i 50 giorni di guerra tra Israele e Gaza del 2014. Israele ha inoltre tagliato le forniture di elettricità, acqua, carburante e beni alla Striscia, controllata ora da Hamas, ordinando alla popolazione di spostarsi a sud.
Molte nazioni europee hanno chiesto l’apertura del valico di frontiera di Rafah per consentire ai civili palestinesi di fuggire mentre l’Italia ha invitato l’Egitto a “dimostrare la sua leadership nel mondo arabo”. Per Il Cairo, svuotare Gaza della sua popolazione “porrebbe fine al sogno di uno Stato palestinese” e assolverebbe anche Israele dalle sue responsabilità legali come “occupante”, spiega il Financial Times. L’esodo nel nord del Sinai sarebbe uno scenario da incubo che scatenerebbe pressioni dirompenti che si vuole evitare. Nei decenni passati, più della metà della popolazione palestinese è stata sfollata: ci sono 5 milioni di rifugiati palestinesi sparsi in tutto il Medio Oriente a causa della guerra con Israele che va avanti da quasi ottant’anni.
Egitto, “no ai rifugiati palestinesi nel Paese”
L’Egitto, pur respingendo l’idea di dar sistemazione ai rifugiati palestinesi, permette ai camion carichi di aiuti umanitari di ammassarsi sulla strada verso il confine nel nord del Sinai. Israele, però, avrebbe rifiutato il loro ingresso. Martin Griffiths, capo umanitario delle Nazioni Unite, ha dichiarato al Financial Times che l’Egitto è stato “costruttivo fin dall’inizio” riguardo agli aiuti. Ma Il Cairo ha posto un limite nel consentire l’afflusso di palestinesi attraverso il valico. Gli egiziani hanno spiegato: “Saremmo pronti in determinate circostanze a far entrare gli aiuti umanitari a Gaza, ma in nessun caso permetteremo a persone senza doppia cittadinanza di Gaza di entrare in Egitto” ha spiegato un diplomatico occidentale. Da Israele, invece, dicono esattamente il contrario: sono pronti a far uscire le persone da Gaza ma non sono disposti a consentire l’ingresso degli aiuti umanitari.