Da tempo, come sanno alcuni miei amici, ho cominciato una complicata riflessione critica sul tema della democrazia. Sia chiaro, non auspico affatto il successo delle dittature, ma mi sembra importante, proprio per amore della democrazia, rilevare gli attuali problemi che sta mostrando al suo interno.

Proprio in questi giorni l’incriminazione di Netanyahu da parte della Corte penale internazionale suggerisce una osservazione. La condanna dei regimi nazi-fascisti e di quelli sovietici è avvenuta evidentemente non solo a partire da quello che hanno prodotto, ma anche, innanzitutto, per il modo con cui hanno stabilito il loro potere. È noto che sia Hitler che Mussolini a un certo punto hanno vinto le elezioni ed è indiscutibile che hanno trovato nel popolo un certo consenso, ma quanto al modo con cui sono arrivati al potere e poi, soprattutto, lo hanno conservato, non c’è chi non veda a quali metodi sono ricorsi. Quanto all’Unione Sovietica, per molti anni la sinistra che guardava alla Rivoluzione d’Ottobre come l’inizio di una nuova era è stata portata a giustificare tutto nella prospettiva di un futuro che non è mai arrivato.



Nel caso di Israele, è proprio difficile mettere in discussione la legittimità con cui governa l’attuale presidente, in quello che molti considerano l’unico vero regime democratico del Medio Oriente. Eppure anche i democratici, che si sentono accerchiati dagli “altri”, possono lasciarsi prendere la mano e commettere stragi come quelle compiute a Gaza. In fondo è la stessa questione che si pose in Vietnam quando americani e altri alleati intervennero a sostegno del governo di Saigon, e poi sappiamo come andò a finire.



Ora, un sistema politico che si giustifica per essere stato eletto da un libero suffragio può essere legittimato a compiere qualunque azione? Al di là dell’autorità di una comunità internazionale divisa in diverse fazioni c’è ancora un Giudice Supremo a cui rendere conto oltre che alla sovranità del popolo. Io Uno lo conoscerei e anche il presidente di Israele, se è vero che si considera un ebreo osservante, dovrebbe conoscerlo.

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