LA BOZZA DI RISOLUZIONE ONU SULLA TREGUA ISRAELE-HAMAS

Mentre si sono riallacciati i rapporti diplomatici tra Israele e Hamas con l’aiuto di Qatar, Egitto e Stati Uniti, è emersa questo pomeriggio la bozza della risoluzione che sarà presentata al Consiglio di Sicurezza ONU previsto in serata. «Chiediamo pause e corridoi umanitari urgenti ed estesi a Gaza», si legge nella bozza finale giunta sul tavolo, «Il Consiglio di sicurezza dell’Onu chiede alle parti in conflitto a Gaza di rispettare i loro obblighi verso il diritto internazionale, in materia di protezione dei civili», riporta il testo mediato tra Emirati Arabi e Stati Uniti.



Nel testo si chiede inoltre a tutte le parti di astenersi «dal privare la popolazione civile nella Striscia di Gaza dei servizi di base e dell’assistenza umanitaria indispensabili alla loro sopravvivenza». Sempre nel medesimo documento ONU si chiede l’immediato rilascio di tutti gli ostaggi in mano ad Hamas: secondo fonti Usa e israeliani, la guerra a Gaza contro le milizie jihadiste sarebbe ad un punto di svolta con i negoziati che porterebbero a breve una nuova tregua. «Cessate il fuoco di due o più settimane, seguito da un graduale ritiro delle truppe israeliane dal nord di Gaza», così spiega David Ignatius, scrittore e commentatore del Washington Post, citando fonti dirette dell’Amministrazione americana. «I leader israeliani sanno che devono spostarsi ad una nuova fase del conflitto, anche solo per permettere ai riservisti di lasciare il fronte e tornare a fare i loro lavori», sottolinea ancora l’analista.



LE ULTIME NOTIZIE SULLA GUERRA ISRAELE-HAMAS: RAID E ATTACCHI, RAZZI DAL LIBANO

Sei razzi lanciati da Hezbollah in Libano contro le città israeliane (e intercettati da Iron Dome) e più di 300 attacchi in un solo giorno contro le postazioni nella Striscia di Gaza: la guerra fra Israele e Hamas prosegue per il 75esimo giorno consecutivo, con la cornice esterna in Medio Oriente che si fa sempre più burrascosa con l’allargamento delle tensioni contro Israele che prende anche Siria, Yemen (dove si è aggiunto il “fronte” dei ribelli Houthi contro le navi commerciali internazionali sul Mar Rosso) e Libano.



Proprio dalla zona controllata dai miliziani di Hezbollah – alleati di Hamas come gli Houthi filo-iraniani – scattano numerosi gli attacchi contro l’esercito di Israele in un ampio fronte di guerra ormai sempre più incontrollabile per effetti e conseguenze se non viene trovata a breve una soluzione negoziale. «Uno degli attacchi aerei ha preso di mira un lanciarazzi di Hamas usato per sparare proiettili a lunga gittata verso il centro di Israele», spiega l’esercito nell’annunciare gli oltre 300 attacchi nella Striscia di Gaza contro Hamas avvenuto nelle ultime 24 ore. Scontri e bombardamenti tanto a nord quanto a sud di Gaza City con l’aggiunta dell’irruzione fatta dalle brigate Idf contro il gruppo islamista a Khan Younis, localizzando «un grande deposito di armi, tra cui armi da fuoco, munizioni, esplosivi e circa 20 mortai». Secondo l’agenzia di stampa Safa, affiliata di Hamas, sarebbero in corso pesanti bombardamenti fin dall’alba a Gaza, Jabalia e nella stessa Khan Younis: «dozzine di civili palestinesi uccisi», riporta anche la Bbc confermando anche lo scontro delle forze di terra tra miliziani palestinesi ed esercito israeliano nell’area di Ma’an

PROSEGUE LE TRATTATIVA SULLA TREGUA: COSA PROPONE ISRAELE (E PER QUANTO)

Mentre insomma la guerra fra Israele e Hamas infiamma l’intero Medio Oriente in realtà qualche spiraglio di una potenziale “speranza” emerge da due elementi principali: in primis, il nuovo slittamento del voto al Consiglio di Sicurezza ONU sulla nuova risoluzione degli Emirati (dopo il “flop” della precedente per via del veto Usa) in realtà fa ben capire come siano in corso trattative, specie tra Stati Uniti e Israele, per giungere alla formulazione diversa dell’avvertimento da lanciare. Una netta condanna contro Hamas – che l’ONU finora non ha mai detto chiaramente – e allo stesso tempo l’invito per Israele ad interrompere le operazioni di terra su larga scala per proteggere i civili palestinesi. Mentre la diplomazia corre a livello internazionale, passi avanti si hanno anche nelle negoziazioni in M.O. con Qatar, Mossad, Usa e la stessa Hamas, specie dopo le dichiarazioni importanti giunte ieri dal Presidente Herzog che ha parlato apertamente della concreta apertura di Israele ad un nuovo cessate il fuoco.

Prima il Jerusalem Post rilancia della proposta di Israele che avrebbe informato il Qatar per una tregua di almeno una settimana nei combattimenti a Gaza, in cambio del rilascio di 40 ostaggi detenuti da Hamas. Poi è la CNN a confermarlo, spiegando come la proposta sia stata già fatta con la particolarità che sugli ostaggi da rilasciare vi sarebbe la priorità per donne, anziani e malati. La Bbc infine riporta dell’arrivo del leader di Hamas Ismail Haniyeh al Cairo in Egitto per nuovi colloqui con i funzionari egiziani: obiettivo è sempre lo stesso, una nuova tregua che consenta il rilascio di ostaggi e i soccorsi umanitari alla popolazione civile palestinese.