Nabil Abu Rudeineh, numero due dell’Anp, nonché vice sia di Abu Mazen che, in passato, di Yasser Arafat, ha ragionato sulla guerra a Gaza dal punto di vista palestinese. Schietto e preciso, non fatica a puntare il dito tanto contro gli USA, che secondo lui non starebbero facendo abbastanza, quando contro il premier israeliano, Netanyahu, che sarebbe parte fondante del problema per come, negli anni, ha sempre trattato i palestinesi, a Gaza, ma anche i Cisgiordania.
Partendo proprio dagli USA, Rudeineh ci tiene a sottolineare che “non stanno facendo il loro lavoro” per fermare la guerra a Gaza, perché se veramente lo volessero, “la guerra si fermerebbe in una notte. Dicono di essere favorevoli alla soluzione dei due Stati”, sostiene, “affermano di essere contrari alla violenza dei coloni israeliani, ci ripetono di essere interessati alla pace”, ma allo stato attuale, “in concreto, non abbiamo visto ancora nulla“. Per arrivare alla fine della guerra a Gaza, secondo Rudeineh sono necessari, prima, due passi: “cessare il fuoco, bloccare l’attacco di Israele”, e poi “far arrivare rapidamente medicine, cibo e aiuti umanitari a tutta la popolazione di Gaza”. Poi, si potrà avviare un “negoziato” che funzioni veramente.
Rudeineh: “Guerra a Gaza è anche colpa di Israele”
Continuando nel suo ragionamento sulla guerra a Gaza, Rudeineh parla anche di Hamas, che dal conto suo “se accetta le regole che sono alla base delle istituzioni palestinesi, può partecipare alla vita politica pubblica“. L’organizzazione, infatti, è ramificata, oltre che in Palesina, anche “in Qatar, in Ira, in Libano” e accettando le regole, “può fare politica come tutti”. Queste, però, a suo avviso sono discussioni che andranno fatte in un secondo momento, perché “adesso la priorità è fermare la guerra”.
L’ultima parte del discorso di Rudeineh sulla guerra a Gaza è riservata ad Israele, che ha arrestato “migliaia di palestinesi, e di questi migliaia sono membri di Fatah, il nostro partito. Centinaia e centinaia di palestinesi sono sottoposti a ‘detenzione amministrativa’, dunque senza un processo” e la richiesta dell’Anp è semplice: “la liberazione di tutti i detenuti e di tutti i membri di Fatah, senza eccezione”. Passando oltre alla guerra a Gaza per affrontare le ragioni per cui l’Anp sia criticata, Rudeineh sottolinea che “la colpa principale è dell’occupazione israeliana“, perché la popolazione “vede gli insediamenti illegali, le retate, le continue e crescenti limitazioni e questo contribuisce a creare un clima di sfiducia”.