LA MINACCIA DELLA CINA A TAIWAN: “PREPARANO L’INVASIONE…”
«Usa, Giappone, Australia, mondo libero: la Cina non è un problema soltanto nostro»: lo ha detto con forza oggi in una conferenza stampa da Taipei il Ministro degli Esteri di Taiwan, Joseph Wu. Le esercitazioni cinesi al largo dell’Isola “ribelle” come risposta alla “provocazione” della visita di Nancy Pelosi a Taipei la scorsa settimana, avrebbero dovuto concludersi domenica 7 agosto: così non è avvenuto affatto e il timore che i lanci di razzi, i voli sopra lo Stretto e i raid a pochi chilometri dalla costa possano essere una sorta di “prova generale” dell’invasione a Taiwan. «La Cina sta usando le esercitazioni aeree e marittime intorno a Taiwan per preparare l’invasione dell’isola e per cambiare lo status quo nella regione dell’Asia-Pacifico», denuncia ancora il Ministro taiwanese, lanciando il grido di allarme all’Occidente. La vera intenzione di Pechino, conclude Wu, «è quella di alterare lo status quo nello Stretto di Taiwan e nell’intera regione dell’Asia-Pacifico».
La Cina dal canto suo annuncia che le esercitazioni dureranno sicuramente «anche oggi» mentre sono previsti test militari con «proiettili veri» tra l’11 e il 13 agosto prossimo: davanti alle accuse lanciata da Taiwan, la risposta è sprezzante dal regime comunista cinese, «è solo un funzionario. Ma la Cina è una sola e la linea mediana non esiste». Pechino ribadisce di essere l’unico vero legittimo Governo che possa rappresentare entrambi i lati dello Stretto che divide Taiwan dalla Repubblica Popolare cinese: «C’è una sola Cina al mondo, Taiwan è una parte inalienabile della Cina e il governo della Repubblica Popolare Cinese è l’unico governo legittimo legittimo che rappresenta l’intera Cina», attacca il portavoce del ministero degli Esteri di Pechino Wang Wenbin. Insomma, le esercitazioni militari della Cina non sono altro – secondo il regime di Xi Jinping – che «normali esercitazioni militari nelle acque che circondano il proprio territorio».
TAIWAN, RISCHIO GUERRA CINA-USA? PELOSI: “NON POSSIAMO PERMETTERE ISOLAMENTO DI TAIPEI”
Davanti all’allarme della comunità internazionale sulla situazione di Taiwan, con pericolose assonanze a quanto patito circa 6 mesi fa dall’Ucraina (esercitazioni militari, rivendicazioni, minacce e poi effettiva invasione), la Cina a distanza risponde ai timori occidentali: «La questione di Taiwan è completamente diversa da quella dell’Ucraina e gli Stati Uniti stanno provocando problemi nello Stretto», dichiara ancora il Ministero degli Esteri cinese, «gli Stati Uniti hanno lanciato tante guerre illegali, ucciso tanti civili innocenti e ora sono andati palesemente nello Stretto di Taiwan a causare problemi». Finora, va detto, la Casa Bianca e gli Stati Uniti hanno voluto “minimizzare” i rischi di un’invasione prossima cinese dello Stretto: eppure la “mission” lanciata dal regime è che il territorio di Taiwan possa tornare sotto lo stretto controllo cinese «entro il 2049».
Eppure giusto ieri il sottosegretario alla Difesa per gli Affari politici, Colin Kahl, ha dichiarato come il Pentagono preveda l’invasione di Taiwan «entro 2 anni». Biden si è detto «preoccupato per i movimenti in Cina» ma per il momento comunque esclude qualsivoglia attacco. Dal Pentagono si aggiunge come «ci sono manovre coercitive da parte di Pechino su Taiwan, ma non abboccheremo e non funzioneranno». In un’intervista esclusiva alla NBC la speaker della Camera Usa, Nancy Pelosi, torna sul suo viaggio a Taiwan e afferma come «Gli Stati Uniti non posso permettere alla Cina di isolare Taiwan». Da Taipei, il Ministro Wu ha voluto sempre oggi ringraziare gli alleati occidentali in quanto «È stato un chiaro messaggio al mondo che la democrazia non si piegherà all’intimidazione dell’autoritarismo».