GUERRA CIVILE SIRIA: RIBELLI AVANZANO, RAID RUSSIA
La comunità internazionale sta seguendo con molta attenzione la situazione in Siria, ancor più nel caos dopo la ripresa della guerra civile. Aleppo è finita nelle mani dei ribelli jihadisti, fatta eccezione per alcuni sobborghi in periferia che sono sotto il controllo dei curdi, mentre la Russia ha intensificato i raid aerei.
Anche questa mattina sono state colpite città e villaggi coinvolti nell’avanzata del gruppo Hayat Tahrir al-Sham (HTS), che ha conquistato territori chiave nelle province di Aleppo e Idlib, da cui erano stati cacciati otto anni fa, mentre ora stanno avanzando nella provincia centrale di Hama. Il ministero della Difesa siriano, dal canto suo, ha annunciato un contrattacco che dovrebbe essere lanciato a breve.
USA: “NON SIAMO COINVOLTI NELL’OFFENSIVA DI HTS”
Secondo gli Usa ciò che si sta verificando ora è frutto del “continuo rifiuto” da parte del regime di Bashar al-Assad di “impegnarsi nel processo politico delineato” nella risoluzione Onu, ma pensa anche che il fatto che sia dipendente da Russia e Iran abbia creato i presupposti del caos attuale, ha spiegato Sean Savett del Consiglio di sicurezza nazionale Usa.
D’altra parte, ha precisato che non c’è alcun coinvolgimento Usa nell’offensiva dei terroristi HTS, anzi auspicano la de-escalation e un processo politico serio per fermare definitivamente la guerra civile. Il riferimento è alle accuse del ministro degli Esteri iraniano Abbas Araghchi, secondo cui l’attacco dei ribelli rientra in un piano di Israele e Usa per destabilizzare l’area.
GUERRA CIVILE SIRIA: LE MOSSE DELLA TURCHIA
A seguire da vicino gli sviluppi della guerra civile in Siia anche la Turchia, che ha già mandato un messaggio al presidente eletto Usa Donald Trump, spiegando che si oppone alla creazione di uno Stato curdo. Il ministero degli Esteri turco Hakan Fidan ha spiegato che l’obiettivo principale è “mantenere l’integrità territoriale della Siria“, che è un tema sensibile tanto per gli Usa quanto per la Turchia.
“Gli americani conoscono molto bene la nostra posizione. In Siria c’è una organizzazione terroristica (i curdi di Ypg) legata agli Usa, se questi sospendessero il sostegno non durerebbero più di tre giorni“, ha dichiarato Fidan. La Turchia ha un ruolo chiave in questa vicenda, perché ha dialogato con la Siria, ma d’altra parte ha anche consentito a milizie amiche di prendere parte agli attacchi. Dunque, Erdogan gioca su tutti i tavoli.
ASSAD: “SCONFIGGEREMO I TERRORISTI”
L’attacco non è improvvisato, ma frutto di una preparazione di mesi, nei quali sono state accumulate armi e intensificati gli addestramenti. I ribelli hanno semplicemente aspettato il momento giusto. Hanno sfondato le linee usando droni-kamikaze, almeno due auto-bomba con kamikaze, forse anche dei tunnel per infiltrarsi. Coinvolte due unità speciali, mentre quelle di Assad non si sono dimostrate in grado di tenere le posizioni, non avendo un appoggio esteso da parte di Iran e Russia.
Il presidente siriano Bashar al-Assad, dunque, ora appare più debole, sia sul piano interno sia a livello internazionale, ma dal canto suo si dice convinto che possa “sconfiggere i terroristi“, di poterli eliminare con l’aiuto degli alleati, “indipendentemente dall’intensità dei loro attacchi“.