LE ULTIME NOTIZIE SULLA GUERRA CIVILE IN SIRIA DOPO LA PRESA DI ALEPPO: L’INGRESSO DI MILIZIE FILO-IRANIANE PRO-ASSAD

514 morti di cui 92 sono civili: è questo il primo bilancio del pomeriggio dall’inizio lampo della guerra civile in Siria, secondo i dati forniti dall’Osservatorio Siriano per il Medio Oriente. Mentre Israele e Hezbollah già mettono a rischio la fragile tregua nel Libano e mentre imperversa ancora lo scontro nella Striscia di Gaza, il terzo fronte caldo delle escalation mediorientali vedono la Siria di Assad sotto la minaccia dei ribelli jihadisti sostenuti dalla Turchia di Erdogan. Tantissimi i morti per la presa di Aleppo e ora diverse vittime anche nel tentativo dei “ribelli” di rovesciare il regime di Assad prendendo un altro centro chiave come Hama.



Dopo la prima guerra civile nel 2011, che porta nel Paese ancora i segni della distruzione e della “mano forte” di Assad, l’attacco del gruppo islamista Hayat Tahrir al-Sham (HTS) con gli alleati filo-turchi ha messo nel mirino il Governo della Siria, sostenuto invece da Iran e Russia. Mentre gli Stati Uniti e l’Europa chiedono con forza una de-escalation siriana, le milizie filo-iraniane sono entrate nella notte dal confine con l’Iraq per sostenere l’esercito regolare di Assad contro i sunniti. Mentre Damasco prova a tenere la resistenza su Hama, i raid degli alleati russi da Nord hanno preso di mira alcune postazioni degli insorti filo-turchi, prendendo però “collateralmente” anche popolazioni curde e cristiane nell’area. In giornata il Cremlino con il Presidente Vladimir Putin ha sentito telefonicamente il Premier iraniano Masoud Pezeshkian, assicurando pieno sostegno «incondizionato» alla Siria contro i ribelli jihadisti.



LA DENUNCIA DEI CRISTIANI E DEI CURDI IN SIRIA: IL DRAMMA DELLA GUERRA E IL RUOLO DI ERDOGAN

Il legame comunque esistente tra Erdogan e Putin renderà nei prossimi giorni un tentativo di dialogo per chiudere sul nascere la guerra civile in Siria, ma le posizioni restano piuttosto lontane con il destino della “stabilità” di Assad sull’area messo a forte rischio: dai Paesi sunniti del Medio Oriente (Arabia, Qatar, Emirati) a quelli sciiti (Iran, Iraq, Yemen, Libano a palestinesi), è evidente che la guerra in Siria rappresenta un ulteriore fronte aperto nei mesi cruciali dello scontro fra Israele e Teheran.



Secondo Assad il tentativo dei ribelli filo-Erdogan sarebbe un tentativo di «ridisegnare la mappa della regione», mentre la comunità internazionale vive già il complesso impasse sugli altri scenari di guerra aperti in Medio Oriente: «la Turchia si è di nuova presa gioco di tutti», denuncia Salih Muslim all’Adnkronos, membro del consiglio di presidenza del Partito dell’Unione Democratica, Il leader curdo denuncia le azioni della Turchia contro il già fragile ordine raggiunto nel 2016 tra Russia, Usa, Iran e lo stesso regime siriano: tutti credevano di controllare le forze terroristiche jihadiste in Siria, ma ora è la Turchia che li gestisce direttamente, «molti curdi sono ora circondati da questi gruppi come Al-Nusra e Hts».

Intervistato dal blog di Mediaset “Stanze Vaticane” di Fabio Marchese Ragona, ha parlato anche il cardinale Mario Zenari, nunzio apostolico in Siria: gli scenari della guerra civile ad Aleppo sono drammatici, con scontri e sparatorie per strada che rischiano ora di allargarsi anche ad altri centri siriani sotto scacco. Missili russi sono caduti vicino al convento dei francescani “Terra Santa” con grossi danni e per fortuna nessuna vittima. La presenza dei cristiani in quell’area resta a forte rischia ma i vescovi e l’intera Chiesa cattolica ha deciso di rimanere sul territorio per non abbandonare le comunità al proprio destino: «il pastore deve stare accanto al gregge, non può fuggire quando arrivano i lupi. Abbiamo l’esempio dei santi martiri di Damasco: ecco, il cristiano deve essere pronto a dare la propria testimonianza anche con la vita». Per il cardinale Zenari un motivo da ricercare nello scoppio improvviso della guerra in Siria è da ricercare proprio nella recente offensiva di Israele in Libano: per anni Hezbollah (filo-Iran) era un sostegno concreto al regime di Assad, con la guerra però giunta in casa nel Libano è emersa tutta la fragilità della sigla terroristica. A quel punto, conclude il nunzio cattolico, «Questi gruppi armati hanno colto un momento di debolezza del regime siriano sostenuto da Hezbollah, in un momento in cui il gruppo sciita è debole, l’Iran è pure indebolito, così come la Russia impegnata sul fronte ucraino».