Il re del Marocco, Mohammed VI, ha recentemente riacceso la competizione energetica con l’Algeria, enfatizzando il progetto del gasdotto che collega la Nigeria al Marocco. Questa mossa è una risposta al progetto algerino simile, che prevede un gasdotto che collega la Nigeria, il Niger e l’Algeria. Il progetto marocchino, che mira a fornire gas all’Europa, si inserisce in un contesto di ricerca di nuove fonti di idrocarburi, in risposta alla diminuzione delle importazioni di gas dalla Russia. La competizione tra questi due gasdotti riflette una corsa per soddisfare la crescente domanda di gas in Europa, con ciascun progetto che presenta caratteristiche, costi e supporti internazionali specifici.
La rivalità tra il Marocco e l’Algeria ha radici profonde, originando dalla storia post-coloniale dei due Paesi. Sin dall’indipendenza questioni come il tracciato dei confini hanno creato tensioni che hanno raggiunto il culmine con la “guerra delle sabbie” nel 1963. Un altro punto di contesa tra i due Paesi è la questione del Sahara Occidentale, con l’Algeria che sostiene il Fronte Polisario che cerca l’indipendenza della regione. Questa disputa rimane un nodo cruciale nelle relazioni algero-marocchine. La chiusura delle frontiere tra i due Paesi nel 1994 ha ulteriormente esacerbato le tensioni.
L’accordo di normalizzazione tra il Marocco e Israele, nell’ambito degli accordi di Abramo, ha aggiunto un’ulteriore complessità alle relazioni tra questi Paesi. A tutto ciò si aggiunge ora la “guerra del gas”, che vede coinvolti Marocco, Algeria e Nigeria. Il Gasdotto Trans-sahariano (TSGP) è uno dei principali progetti della Nigeria per il trasporto di gas naturale verso Paesi al di fuori dell’Africa occidentale. L’idea risale agli anni 70, ma ha preso forma più concreta nel 2001 con la firma di un Memorandum of Understanding tra Nigeria e Algeria. Tuttavia, il progetto è attualmente fermo a causa di vari ostacoli, tra cui problemi di sicurezza in Niger e nel nord della Nigeria, e la presenza di gruppi ribelli nel nord del Niger e nel sud desertico dell’Algeria.
Questo stallo ha aperto la strada ad alternative energetiche, come il gasdotto Marocco-Nigeria, che potrebbe offrire nuove dinamiche geopolitiche ed energetiche nella regione. Conosciuto anche come Gasdotto Africa Atlantica, questo progetto è pensato per essere un gasdotto sottomarino lungo la costa occidentale dell’Africa. L’obiettivo è collegare tutti i Paesi dell’Africa Occidentale al Marocco, creando un mercato regionale del gas naturale. Annunciato nel 2016, il progetto ha un costo di 25 miliardi di dollari e una capacità di 30 miliardi di metri cubi di gas naturale all’anno. Nel 2020, il progetto è diventato un’iniziativa regionale con il coinvolgimento della Comunità Economica degli Stati dell’Africa Occidentale (CEDEAO). Nel 2022, la Banca Islamica di Sviluppo e il fondo sovrano dell’OPEC hanno annunciato la loro partecipazione al finanziamento della seconda fase dello studio di fattibilità. Con la firma di un Memorandum of Understanding con Guinea, Costa d’Avorio, Liberia e Benin nel giugno 2023 si è confermato l’impegno di questi Paesi nel progetto.
La geopolitica del gas naturale in Africa Occidentale è diventata il palcoscenico della storica rivalità tra Algeria e Marocco. Mentre l’Algeria è stata a lungo un importante fornitore di gas naturale per l’Europa, la chiusura del gasdotto Maghreb-Europa alla fine del 2021 ha creato un’opportunità per il Marocco di colmare questo vuoto con il proprio progetto di gasdotto dalla Nigeria al Marocco. Questo gasdotto non solo mira a fornire gas al Marocco, ma anche a stabilire una nuova via di approvvigionamento verso l’Europa, aggirando così l’Algeria. Questa mossa è vista dall’Algeria come una minaccia ai suoi interessi economici e geopolitici, in quanto il Marocco, bypassando l’Algeria, potrebbe ridurne l’influenza non solo in Africa Occidentale, ma anche in Europa, dove l’Algeria è stata tradizionalmente un fornitore chiave. Inoltre, il Marocco rafforza i suoi legami con i paesi della CEDEAO, il che potrebbe influenzare altre questioni regionali, compreso il contenzioso sul Sahara occidentale. La Nigeria, con le sue vaste riserve di gas, diventa un attore centrale in questa dinamica, trovandosi al centro della lotta di influenza tra Marocco e Algeria, entrambi ansiosi di posizionarsi come intermediari essenziali nell’approvvigionamento di gas per l’Europa e l’Africa Occidentale.
Il gas naturale, quindi, assume un ruolo che va oltre il semplice scambio commerciale tra nazioni; diventa uno strumento di potere e di influenza, plasmando le relazioni interstatali in una regione già complessa. I due progetti di gasdotto concorrenti non rappresentano solo infrastrutture economiche, ma sono manifestazioni concrete di strategie geopolitiche più ampie. Essi riflettono ed amplificano le tensioni esistenti, creando nuove sfide per il futuro energetico e politico della regione. Man mano che questi progetti procedono continueranno a ristrutturare i rapporti di forza nella regione, con implicazioni che vanno ben oltre l’industria del gas. Sebbene non siano progetti nuovi, in particolare il TSGP, è evidente che la guerra in Ucraina, con i suoi impatti energetici e l’aspirazione dell’UE a ridurre la dipendenza dal gas russo, hanno dato nuovo slancio a entrambi i progetti.
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