Vorrei riflettere sulla contrapposizione tra no e sì vax e le imposizioni sanitarie che li isolano e demonizzano, come untori, inintelligenti, immorali eccetera, perché in questo l’ideologia è dura a morire, e le equazioni si fanno in fretta. Se hai dubbi sulla campagna vaccinale sicuramente sei leghista e forse un po’ fascio. È evidente che i vaccini servano. Lo dicono scienziati e dati sui contagi e i ricoveri gravi. È probabile che si sappia poco degli effetti collaterali, dato che di solito per brevettare un vaccino ci volevano 5 anni, e stiamo inoculando mezzo mondo dopo neanche un anno di pandemia.
È anche probabile che ai minori il vaccino possa far più male che bene, ma è pur vero che il virus si diffonde su terreni fertili, e i ragazzi lo sono, anche più degli adulti, vista la naturale libertà e promiscuità di vita. Quindi, vaccinare i più giovani garantisce anche i più vecchi. Tuttavia mancano i vaccini, mancano le comunicazioni sui non vaccinati, che diventa impossibile scovare e convincere. E il virus si diffonde dunque per mancanze dello Stato, che ha fatto pasticci inenarrabili su AstraZeneca, creando sfiducia.
Adesso il green pass: ovvero, se non ti vaccini, sei un paria. Non sarebbe stato più giusto e meno ipocrita imporre l’obbligo vaccinale? I nostri piccoli devono sottoporsi a dieci – dico dieci – vaccini per poter essere ammessi al nido e all’asilo. Non è strano né assurdo chieder la stessa responsabilità ai grandi. E si eviterebbero discriminazioni in base a idee, pregiudizi, manie. Attenzione però alle frange protestatarie, che in un paese libero hanno diritto e dovere di esistere, per il nostro bene.
Sono variegate. Si va dall’idiozia dei no vax veri, che immaginano trame fosche orwelliane, e sono semplicemente dei matti (ma chi ce li ha portati in Parlamento?), alla sinistra estrema residuale, che tra un no a Maduro e una gita in Val Susa grida per gridare, è contro per essere contro. C’è una destra becera, e c’è una destra liberale, che giustamente rivendica la libertà di scelta senza incriminazioni. Però. Lo slogan “il corpo è mio e su di me decido io”, l’abbiamo già sentito, ed è pericoloso. Ci ha regalato l’aborto di Stato, spinge per l’eutanasia, per l’eugenetica. Il corpo non è mio. La mia libertà non è fare quel che mi pare, ma fare il bene per me e per gli altri. È un portato splendido della nostra Costituzione, scritta non a caso secondo l’ispirazione dell’umanesimo cristiano da politici cristiani, come la Pira e De Gasperi: “La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo, sia come singolo, sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale”. Inderogabili doveri.
È un dovere non pensare solo a noi stessi, e questo ha a che fare coi vaccini eccome. Più gente si vaccina meno casi gravi subiamo. Poi, se qualcuno ci dicesse la verità sulla possibilità di contagiare il prossimo anche se vaccinati, saremmo più convinti e sereni. Se i virologi la smettessero di razzolare le televisioni e i social. Poi, se i dem alleati dei grillini no vax non usassero la sanità come arma di denigrazione dell’avversario. Poi, se Salvini e la Meloni non covassero ambiguità per gareggiare sui sondaggi. Poi, se il presidente del Consiglio usasse toni meno apocalittici e severi con un suo forte sostenitore di governo…
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