È in corso una guerra segreta, silenziosa, in tutta Europa. Un conflitto tra agenti segreti e spie come non accadeva dalla Guerra fredda. Con l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, molti Paesi sono a caccia di segreti industriali e militari, oltre che appoggi politici per interferire nelle relazioni e negli affari. E poi c’è la Nato che ha disseminato operativi per pedinare e intercettare decine di diplomatici, funzionari e uomini d’affari di Russia, Cina, Turchia, Iran, Marocco, Qatar, Emirati Arabi Uniti, Arabia Saudita e Azerbaijan, solo per citare alcuni Paesi. Questo il quadro dipinto da Panorama, che cita quanto accaduto il 20 agosto, quando in Albania tre uomini hanno fatto irruzione in una fabbrica che produce armi per l’industria della difesa albanese e della Nato per scattare delle foto.
Due soldati sono rimasti feriti, ma comunque i tre sono stati arrestati e così si è scoperto che erano un ucraino e due cittadini russi operativi del Gru, l’intelligence militare russa. Secondo quanto riportato dal giornale, proprio questa guerra di spie ha portato a galla il sistema di corruzione mondiale Qatargate. Infatti, è coinvolto Yassine Mansouri, capo dei servizi di intelligence del Marocco, sospettato dalla procura belga di aver diretto e pagato i protagonisti dello scandalo al Parlamento Ue, usando anche lo spyware Pegasus.
“INTELLIGENCE A DIFESA DI INGERENZE”
Un incredibile intreccio, del resto a Bruxelles gravitano europarlamentari, funzionari, consulenti, ma soprattutto segreti con cui scambiarsi favori, da usare per favorire aziende, leggi, amici o rubare documenti riservati e segreti militari. Solo nella capitale del Belgio ci sono 300 missioni diplomatiche, con 26mila funzionari registrati e almeno 100 organizzazioni internazionali. «Di questi tempi, tutte le agenzie di intelligence che monitorano le attività fino a infiltrarle quando occorre, sono concentrate sulla difesa di ingerenze relative ai piani dell’Alleanza Atlantica, dato che la guerra in Ucraina fa risuonare echi da Guerra fredda», riferisce a Panorama una fonte rimasta anonima. La Russia, ad esempio, vanta in Europa una rete di collaboratori “informali” che mantengono contatti costanti con gli occidentali, la Turchia invece rapisce e a volte “neutralizza” i connazionali, specie i curdi sospettati di far parte del Pkk. Ma sono attivi anche gli iraniani, che usano agenti clandestini, anche personale dell’Iran Air, dell’agenzia di stampa Irna, della radiotelevisione Irib, di associazioni culturali o di beneficienza, e anche della Mezzaluna rossa. Sono coperture per monitorare movimenti ostili al governo o per operazioni di disinformazione.
“RUSSI INTERESSATI A INFORMAZIONI SU UCRAINA”
In Europa sono state scoperte anche postazioni di terroristi libanesi, da Parigi a Bruxelles, fino a Berlino, Bonn, Ginevra, Vienna e Nicosia. Invece la Cina si preoccupa di assicurarsi la fedeltà di funzionari e politici tramite mazzette e consulenze, ma presta attenzione anche ai brevetti industriali, in particolare delle aziende del comparto industriale. Nel marzo 2022 la magistratura bulgara ha scoperto un generale dell’esercito che trafficava informazioni Nato e dell’Ue col consigliere dell’ambasciata russa a Sofia. Quello stesso mese la Slovacchia ha arrestato un colonnello che avrebbe fornito alla Russia informazioni non solo sulla difesa slovacca, ma anche su Nato e Ucraina, dettagli su operazioni militari, esercitazioni e difesa aerea in cambio di 46mila euro. Ha confessato che «i russi sono particolarmente interessati a certe informazioni riguardanti l’Ucraina». In Italia c’è il caso Walter Biot, in Germania è stato condannato un cittadino afghano che trasmetteva ai servizi segreti iraniani documenti sulla logistica militare Nato che poi venivano girati alla Russia. Neppure il Regno Unito è immune allo spionaggio, anche se non fa più parte dell’Unione europea. Il Copasir, comunque, si è occupato a lungo di queste ingerenze in Europa. Infatti, Adolfo Urso, che ne era responsabile, ora ministro dello Sviluppo economico, scrisse che «i principali attori ostili sono, come è noto, la Russia e la Cina, che fanno ampio uso dei vari strumenti di disinformazione e di ingerenza sia sul fronte interno che all’estero nei Paesi considerati nemici. Anche altri Paesi più o meno estesamente utilizzano le stesse modalità. Vi sono attori che svolgono una pesante attività di lobbying presso l’Ue, come la Turchia, li Qatar, gli Emirati Arabi Uniti e l’Azerbaijan».