Viviamo – o meglio: osserviamo dai nostri televisori – guerre non lontane dai nostri confini, come da generazioni non era più avvenuto. L’attenzione mediatica è concentrata su questi eventi. Non c’è ora del giorno in cui un telegiornale o un talkshow non ne racconti le novità. Ma tutti si concentrano sulla notizia: la scarica di droni, il tal villaggio conquistato o riconquistato. Siamo informati. Anzi bombardati dall’informazione. Ma possibile che a nessuno venga in mente di approfondire alcuni aspetti?
Possibile che nessuno si renda conto che si stanno da mesi ripetendo le stesse cose? I commenti che ascoltiamo sono quelli che Greta Tumberg direbbe, a ragione: “Bla, bla, bla”. È chiaro che i giornalisti, commentatori non possano riferirci gli “arcana misteri” ma c’è un fatto che andrebbe detto e da solo getta una luce diversa su tutto. Forse più che un fatto sarebbe giusto parlare di un “antefatto”. Che però è basilare nel comprendere la dinamica dei fatti storici che sono sotto i nostri occhi.
La cosa è semplice, ovvia, ma proprio perciò va detta e invece non viene detta. Non ne trovo traccia da nessuna parte. Nessuno ne parla mentre è la chiave di volta per capire questo periodo storico. Senza questo si rimane nel campo della cronaca dei fatti. Nessuno mente. Diciamo, ad essere benevoli: dicono solo una parte della verità.
Qual è questo fatto – o meglio “antefatto” – di cui sto parlando? Tutte le guerre di questi ultimi anni, con tutte le loro conseguenze potevano essere evitate se vi fosse stata una leadership occidentale autorevole. È un’osservazione che è di una banalità spaventosa ma chiarisce e pone domande. Dal Covid in poi questo punto appare in tutta la sua interezza. Volendo semplificare: “il Re è nudo”.
Cosa intendo? Guardiamo a quanto accaduto. Le due guerre alle nostre porte avrebbero potuto accadere in presenza di leadership mondiale di caratura? No.
Non bisogna essere Giambattista Vico, Macchiavelli, Kissinger o chi volete voi per capire che guerre come quelle Russia-Ucraina, Israele-Palestina sono nate e cresciute solo per l’assenza di una leadership occidentale autorevole. Chiunque riavvolga il film degli eventi non può che domandarsi: “perchè?”. Le due guerre alle nostre porte non possono continuare ad esserci spiegate con il problema del Donbass e il sette ottobre 2023. C’è altro. Non offendete la mia e altrui intelligenza!
Un paese immenso come la Russia scatena una guerra che l’allontana dall’Europa per il Donbass? Perché? Israele avrebbe potuto decidere di tornare ai tempi di Sansone che proprio a Gaza sconfisse i Filistei (i Palestinesi di oggi)? Perché di questo si tratta (libro dei Giudici).
Comprendere le ragioni di una guerra, da sempre, è un esercizio difficile ma qualcosa (per non dire “molto”) qua non torna. È chiaro che a qualcuno (Putin e Netanyahu) è venuto meno il “ben dell’intelletto” ma è altrettanto chiaro che sono mancati i punti di riferimento o meglio: li ha considerati così deboli che potevano fare ciò che ritenevano anche se questo poteva provocare danni irreparabili nel mondo. Perché?
Il punto drammatico che voglio mettere in luce è che oggi, in questa situazione di vuoto, le forze del male hanno mano libera in assenza di un king maker. Sia nei grandi come nei “piccoli” conflitti.
Non a caso, tempo fa, un commentatore del Sussidiario – raccontando la tempistica del golpe in Birmania – annotò giustamente come i militari birmani, sfruttando “l’attimo fuggente” in cui l’Occidente era concentrato sul Covid, avevano pensato bene di far tornare indietro l’orologio della storia restaurando la loro dittatura e rilevava anche come in molti paesi africani fossero in corso numerosi golpe.
Ora, drammaticamente si è passati da paesi “marginali” (le “periferie del mondo”) a situazioni con impatto diretto sull’Europa e quindi sull’Occidente. Ergo, anche temporalmente, non è più un “problema di Covid” ma di assenza di leadership occidentale: sia essa europea o americana.
C’è una legge fisica e politica che dice che laddove c’è un vuoto, qualcuno si inserisce. Questo sta accadendo. Ed è del tutto evidente che le ultime leadership occidentali non sono state capaci di assumere un tale ruolo.
Pensando all’Italia: personalità come De Gasperi, Andreotti, Craxi e Berlusconi è da tempo che non ne vediamo. In Europa: Adenauer, Schuman, De Gaulle, Khol, Merkel non hanno avuto eredi seri. Tutti costoro saranno stati criticabili finché si vuole, ma giganti nei confronti dei leaders attuali. Tanto per non fare esempi: un Berlusconi sarebbe andato – costi quel che costi – da Putin, Andreotti o Craxi dagli amici-nemici arabi.
La domanda che allora sorge è: perché oggi non accade?
Le leadership non nascono come i funghi, così per caso. Ci deve essere un retroterra culturale. Nessun grande politico – ma neanche nessun artista o genio di qualsiasi ambito (arte, filosofia, religione) – nasce per caso in un certo momento e in una certa nazione. Ognuno pensi alle figure più autorevoli che ritiene. Dai tempi dei Faraoni, ai Greci, a Roma, ai grandi santi del medioevo, ai tempi moderni e contemporanei. Ognuno dei grandi di queste epoche è nato in un certo momento, in un certo paese, in un certo contesto culturale e politico. Pensando agli uomini politici (ma – ripeto – vale per tutti, anche per l’arte): un leader, un genio ha comunque un substrato su cui nasce e su cui si poggia. Per fare certi gesti devi essere certo che c’è un popolo che ti sostiene e perciò hai autorevolezza. Diversamente … “el dura minga”.
Se vogliamo entrare brevemente nello specifico, cosa è accaduto? La cultura laica ha distrutto il pensiero cristiano ed i suoi valori (per semplificare: Papa Benedetto osò parlare di “valori non negoziabili” e venne mandato al pubblico ludibrio, Papa Francesco finchè parla di lotta allo spreco, difesa dei migranti è un campione, ma se parla di aborto e limiti al femminismo è un Papa che sta invecchiando). Peccato che ora il pensiero laico si è autodeclassato relegandosi a “pensiero debole” o “pensiero fluido” (oggi siamo di qui, domani forse di là). In questa situazione come può nascere e crescere una leadership politica?
La crisi attuale, perciò, è una crisi di inconsistenza del pensiero occidentale: cattolico, socialdemocratico, liberale, conservatore… fate voi. Ma tale è. In questo vuoto, chi aveva conti da regolare ha ritenuto di non avere divieti e si è attrezzato.
In ogni caso, un dato è certo: tutto ciò consegnerà, di qui a non molto, “le chiavi del regno” a un leader cinese e i cinesi si guardano bene – si noti – di prendere posizione in nome della loro distanza geografica (come se l’America fosse più vicina!), in realtà perché lasciano che gli altri consumino energie (economiche e nervose) mentre loro si occupano di altro.
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