QUASI 2MILA MORTI NELLA GUERRA HAMAS-ISRAELE. COLPITO PORTO DI GAZA, RAZZI SU ASHKELON

Le sirene di allarme continuano a risuonare in molti città di Israele, da nord a sud in una situazione dovuta alla guerra tra Hamas e Israele che vive di drammi continui per la popolazione civile: i razzi del gruppo terroristico islamista hanno colpito l’Hotel Regina ad Ashkelon e colonne di fumo si vedono all’altezza del porto, dando seguito a quell’ultimatum lanciato questa mattina alla popolazione della città a circa 40 km dalla Striscia di Gaza.



Di contro, un raid di Israele ha colpito il porto di Gaza con le imbarcazioni dei pescherecci al momento in fiamme all’interno della vasta area mercantile: intanto sarebbero stati almeno 15 i razzi lanciati dal Libano verso il territorio israeliano. Lo ha detto il portavoce militare di Tel Aviv, secondo cui quattro sono stati intercettati mentre gli altri sono caduti in aree aperte. Soldati israeliani hanno invece riferito in queste ore alla tv I24 di aver trovato «bambini con le teste decapitate» a Kfar Azza, un kibbutz preso d’assalto dai miliziani di Hamas a Gaza. Secondo la medesima fonte, «intere famiglie sono state fucilate nei loro letti. Finora sono stati portati sulle barelle circa 40 neonati e bambini piccoli». Si aggiorna a livello globale il bilancio tragico delle vittime della guerra Hamas-Israele: 1008 sarebbero i morti israeliani mentre 830 sarebbero le vittime civili palestinesi nell’area di Gaza.



ONU CRITICA L’ASSEDIO DI ISRAELE SU GAZA. INTANTO HAMAS…

L’Onu ha sonoramente bocciato l’approccio di Israele nella risposta immediata alla guerra con Hamas: «L’assedio totale di Israele alla Striscia di Gaza è vietato dal diritto internazionale», commenta l’Alto commissario per i diritti umani delle Nazioni Unite Volker Turk, aggiungendo «L’imposizione di assedi che mettono in pericolo la vita dei civili privandoli di beni essenziali per la loro sopravvivenza è vietata dal diritto internazionale umanitario».

Le Nazioni Unite per questo motivo intimano Tel Aviv di stoppare al più presto l’assedio “totale” sulla Striscia, lanciando poi un appello urgente «a tutti gli Stati con influenza affinché adottino misure per disinnescare la situazione della polveriera che causa perdite di vite umane e sofferenze incalcolabili». L’Onu è intervenuta sulla guerra Hamas-Israele dopo l’appello del leader palestinese Abu Mazen di “fermare” l’aggressione israeliana alla vigilia di una più che probabile invasione nella Striscia delle forze israeliane. Inoltre l’Oms ha chiesto a Israele «la fine della violenza. È necessario un corridoio umanitario per raggiungere le persone con forniture mediche essenziali». Hamas intanto lancia minacce alla città di Ashkelon sottolineando come «noi l’avvertimento di lasciare la città lo abbiamo dato», facendo intendere come presto la città a sud di Israele potrebbe trovarsi a serio fuoco incrociato della guerra in Medio Oriente. Hamas ha così concesso ai residenti della città di Ashkelon tempo fino alle 17 ora locale per andarsene. È sempre Hamas che in un nuovo appello su larga scala chiama a raccolta l’intero mondo arabo musulmano per contrastare lo Stato di Israele: «invitiamo i popoli arabi e musulmani e i palestinesi da ogni luogo, in particolare nei campi profughi all’estero, a marciare verso i confini della Palestina occupata in solidarietà con la Palestina, Gerusalemme e la Moschea di Al-Aqsa».



LE ULTIME NOTIZIE SULLA GUERRA HAMAS-ISRAELE: L’ASSEDIO TOTALE A GAZA E IL BILANCIO DEI MORTI INQUIETANTE

Dopo gli ultimi raid lanciati questa notte contro le milizie terroristiche, la guerra fra Hamas e Israele giunge alla vigilia di una svolta ormai prossima: “l’assedio totale“ ordinato da Tel Aviv sulla Striscia di Gaza porterà nelle prossime ore l’invasione dell’area da cui lo scorso 7 ottobre sono partiti i raid e blitz di Hamas che hanno dato il via ad una nuova, ennesima, guerra sanguinaria in Medio Oriente. Il portavoce delle Forze di difesa israeliane, Daniel Hagari, ha fatto sapere questa mattina che l’esercito israeliano ha ripreso il pieno controllo del confine con la Striscia di Gaza: «nell’ultimo giorno non un solo terrorista è entrato attraverso la barriera che era stata fatta saltare in aria tre giorni fa in diversi punti da parte dei miliziani».

Altri 200 obiettivi palestinesi nella Striscia sono stati colpiti questa notte dall’esercito israeliano, in risposta allo “choc” maturato da quelle prime ore in cui Tel Aviv si è lasciata colpire quasi senza reagire davanti alla pianificazione al dettaglio di tutte le azioni terroristiche delle milizie del leader di Hamas Yhya Sinwar. Per preparare l’invasione della Striscia – a cui si aggiungono le operazioni a Nord di Israele con lo scontro per ora solo a distanza con Hezbollah nel Libano – il Governo Netanyahu ha imposto lo stop alle forniture di cibo, elettricità, acqua e carburanti all’interno di Gaza, in modo da stanare Hamas che nei vari tunnel sotterranei nasconde i quasi 200 ostaggi prelevati la mattina di sabato. La guerra Hamas-Israele è ormai fuori controllo dal punto di vista del conteggio vittime, divenuto ormai impossibile vista la quantità di azioni efferate, i raid continui aerei delle forze israeliane e la situazione ancora non del tutto conosciuta in merito al numero di ostaggi rapiti: l’ultimo bollettino dato sulle vittime della guerra Hamas-Israele vede 900 morti per lo Stato ebraico, quasi 800 per le vittime palestinesi a cui però vanno aggiunti i circa 1500 corpi di soldati-milizie di Hamas ritrovate ieri al confine con la Striscia dopo i combattimenti dei primi giorni.

OSTAGGI, ITALIANI, REAZIONI INTERNAZIONALI: IL PUNTO SULLA GUERRA IN ISRAELE

L’esercito di Israele ha avvisato nelle scorse ore tutti i palestinesi di lasciare Gaza per rifugiarsi in Egitto, così da sfuggire alla imminente invasione progettata per sterminare sul nascere la ribellione di Hamas nella guerra con Israele: «Il valico di Rafah è ancora aperto», ha detto il portavoce militare aggiungendo che «ognuno può uscire». Mentre continuano ad essere colpiti gli obiettivi di Hamas e della Jihad islamica palestinese, il portavoce de movimento terrorista in Libano – Abdul Majeed Awad – fa sapere che l’obiettivo principale dell’Asse della Resistenza è quello di «annientare e distruggere completamente Israele». L’asse è di fatto un’alleanza “informale” tra Iran, Siria, milizie sciite irachene, Hezbollah e gruppo Houthi dello Yemen.

Del giro di “influenze” dietro ad Hamas ne hanno parlato copiosamente i leader occidentali riuniti ieri sera in video collegamento: presenti con il Presidente Usa Joe Biden, la Premier italiana Giorgia Meloni, il presidente della Repubblica francese, Emmanuel Macron, il cancelliere tedesco, Olaf Scholz, e il Premier Uk Rishi Sunak. «Fermo sostegno ad Israele e una inequivocabile condanna degli spaventosi atti criminali di Hamas, che hanno causato un terribile numero di vittime innocenti, inclusi bambini, donne ed anziani», è il commento di Palazzo Chigi in merito alla riunione tra i 5 capi di Stato occidentali, «La tutela della vita degli ostaggi, a partire dai bambini anche di tenera età, è una priorità assoluta e su di essa si concentreranno gli sforzi diplomatici. Il presidente Meloni – conclude il Governo -, nel riaffermare il diritto di Israele a difendersi, ha indicato la necessità di operare per evitare un ampliamento della crisi a livello regionale e per tutelare la popolazione civile coinvolta. I cinque capi di Stato e di governo hanno concordato di mantenersi in costante contatto nel prosieguo della crisi».

È proprio il tema degli ostaggi a preoccupare e non poco la già difficile situazione della guerra Hamas-Israele: «Inizieremo a giustiziare un prigioniero israeliano per ogni bombardamento su case di civili effettuato senza preavviso», così ieri l’annuncio di Abu Obaida, portavoce delle Brigate al-Qassam. Hamas non vuole negoziare con Israele in quanto «È diventato chiaro che gli ostaggi del nemico sono a rischio tanto quanto il nostro popolo alla luce dell’aggressione contro la Striscia di Gaza. Non delibereremo né negozieremo sulla questione degli ostaggi sotto il fuoco, alla luce di un’aggressione o alla luce di una battaglia». Se Israele lancerà nuovi attacchi senza il “consueto” preavviso per far fuggire i civili palestinesi, allora Hamas inizierà ad uccidere un ostaggio alla volta con la relativa immagine da dare in pasto ai social. A questo orrore l’Italia assiste con preoccupazione anche per la presenza, forse, di due connazionali dati per dispersi ormai da 48 ore: «Si tratta di due cittadini italiani, marito e moglie, che hanno anche passaporto israeliano, quindi con doppia cittadinanza che erano nel kibbutz di Beeri e che non rispondono all’appello e che non sono rintracciabili», annuncia il Ministro degli Esteri e vicepremier Antonio Tajani. Quel kibbutz è stato teatro di una mattanza emersa nella giornata di ieri: dopo la strage di innocenti al rave party nel deserto, le miliari, 108 corpi senza vita sono stati ritrovati a Beeri a pochi chilometri da Gaza, uccisi tutti senza pietà probabilmente nelle prime ore dell’assalto di Hamas. «Insieme alle autorità israeliane  – conclude Tajani in merito alle condizioni dei due italiani dispersi – stiamo verificando dove sono e cosa può essere loro accaduto. Probabilmente sono stati presi in ostaggio oppure risultano dispersi, non abbiamo ancora la certezza». Questa mattina i primi 2 aerei della Farnesina sono atterrati a Pratica di Mare con a bordo 200 italiani in fuga da Israele e dalla Palestina.