ISRAELE: “SERVE ESTIRPARE HAMAS PER SCORAGGIARE L’ISLAMISMO VIOLENTO”

La guerra di Israele contro Hamas deve puntare a «sradicare» il movimento terrorista palestinese: a dirlo è il ministro dell’intelligence israeliano Gila Gamliel in una intervista esclusiva all’AFP. Secondo l’esponente del Governo di unità nazionale, «Dobbiamo sradicarlo affinché non accada di nuovo, affinché non diventi un’idea per gli altri nel mondo». Per Israele occorre combattere a Gaza l’intera presenza di Hamas per poter «scoraggiare l’islamismo violento in tutto il mondo». L’esercito di Israele annuncia un incremento degli attacchi verso la Striscia di Gaza e avverte: «La massima priorità è quella di eliminare i comandanti di Hamas».



Mentre la città di Gaza si trova ora definitivamente al buio dopo lo stop alla centrale elettrica, dalle Nazioni Unite arriva l’appello per trovare un corridoio umanitario atto a far uscire i civili palestinesi dall’area di guerra: «Occorre consentire l’ingresso a Gaza di beni essenziali salvavita tra cui carburante, cibo e acqua. Abbiamo bisogno di un accesso umanitario rapido e senza ostacoli adesso. Il personale delle Nazioni Unite sta lavorando 24 ore su 24 per sostenere la popolazione di Gaza e mi rammarico profondamente che alcuni dei miei colleghi abbiano già pagato il prezzo più alto», spiega il segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres. Dalla Nato invece con il segretario generale Jens Stoltenberg viene sottolineata l’assoluta priorità nell’evitare la perdita di vite umane civili: «Israele ha il diritto di difendersi e ci aspettiamo che la sua riposta sia proporzionata». Nuovo capitolo sulla vicenda dei bimbi decapitati nel kibbutz di Kfar Aza, con l’intervento portavoce del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, Tal Heinrich: raggiunto dalla CNN ha annunciato che «Neonati e bambini piccoli sono stati trovati decapitati a Kfar Aza, nel sud di Israele, dopo gli attacchi di Hamas al kibbutz dove vivevano».



TURCHIA CONTRO ISRAELE: “USO FORZA SPROPORZIONATO”

Sarebbero 9 i membri dello staff Onu morti sotto i raid a Gaza durante il quinto giorno di guerra Hamas-Israele: la tragedia è stata confermata dall’agenzia Unrwa che si occupa – per conto delle Nazioni Unite – dei rifugiati palestinesi. «Nove membri del nostro personale sono stati uccisi negli attacchi aerei sulla Striscia di Gaza da sabato. La protezione dei civili è fondamentale, anche in tempi di conflitto. I civili dovrebbero essere protetti in conformità con le leggi di guerra», afferma nella nota l’agenzia. Nel frattempo Gaza si trova al buio in quanto è stata spenta l’unica centrale elettrica della Striscia. 



La guerra intanto prosegue e il numero di vittime cresce ogni giorno: in attesa delle conferme sulla notizia dei bambini decapitati nel kibbutz di Kfar Aza – per ora l’esercito israeliano non conferma e pure Hamas smentisce – è da Gaza che si assiste alle condizioni più faticose per via dei tantissimi razzi che “piovono”ormai da giorni: «Gli attacchi sproporzionati e infondati di Israele su Gaza potrebbero portarla verso una posizione sgradita agli occhi del pubblico a livello globale», così denuncia il presidente turco, Recep Tayyip Erdogan, durante un discorso al gruppo parlamentare del suo partito Akp, trasmesso in diretta dalla tv di Stato turca Trt. «Ankara si oppone equamente all’uccisione dei civili in Israele e ai bombardamenti su Gaza», conclude il Presidente, «Condurre un conflitto in questo modo non è una guerra ma un massacro». Dal Libano intanto Hezbollah conferma di aver lanciato razzi e raid contro Israele, portando «un gran numero di perdite umane fra l’esercito israeliano. La Resistenza Islamica sarà ferma nella sua risposta agli attacchi israeliani che colpiscono il nostro Paese e la sicurezza del nostro popolo, soprattutto quando questi attacchi provocano la perdita di martiri». Secondo i media locali, Israele avrebbe attaccato il sud del Libano tra ieri e oggi con «munizioni al fosforo».

LE ULTIME NOTIZIE SULLA GUERRA ISRAELE-HAMAS: RAZZI SU GAZA, RISPONDONO I PALESTINESI. BILANCIO CHOC: 2100 MORTI IN 4 GIORNI

Sono poco più di 2100 morti in soli 4 giorni di guerra Hamas-Israele in Palestina: il bilancio drammatico è stato aggiornato questa mattina con le ultime notizie giunte dai rispettivi vertici militari. Si contano oltre 1.200 vittime tra gli israeliani – di cui 40 bambini trovati ieri nel kibbutz di Kfar Aza, forse decapitati (ma è ancora tutto da confermare la dinamica, si sa solo che sono stati massacrati) – mentre sarebbero 900 i morti e 4.600 feriti tra i palestinesi.

Se Hamas continua a perseguire la linea di non voler trattare sulla liberazione degli ostaggi (ricordiamo, almeno 200 tra israeliani e cittadini esteri quasi tutti prelevati al rave nel deserto vicino a Gaza) «fino alla fine della guerra», Israele sta ormai preparando l’azione per l’invasione della Striscia dopo aver ricevuto ieri sera il “via libera” dagli Stati Uniti con il discorso di Biden che ha definito «sacrosanto» il diritto dello Stato ebraico di difendersi dagli attacchi. La guerra Hamas-Israele è in corso da soli 5 giorni ma tiene già in apprensione le cancellerie di mezzo mondo che temono un estendersi del conflitto a tutto il Medio Oriente, con effetti internazionali ancora incalcolabili (energia, petrolio, terrorismo, rivendicazioni e quant’altro). Prosegue il fitto lancio di razzi e droni contro Gaza e le postazioni di Hamas e si prepara l’assedio “totale” con l’interruzione di acqua, luce e gas ormai entro poche ore: l’unica centrale elettrica che rifornisce Gaza di elettricità, fa sapere l’autorità competente nella Striscia, «resterà senza carburante entro poche ore. La centrale si spegnerà nel pomeriggio». Il caos dei civili palestinesi in cerca di fuga verso i valichi – Egitto e Libano i principali – permane in quanto al momento non è facile trovare un corridoio “sicuro” per poter abbandonare Gaza: gli Usa hanno fatto sapere ieri di voler collaborare con le ong e la Croce Rossa per provare a costituire un corridoio umanitario prima dell’invasione di Israele sulla Striscia.

Appello forte arriva ancora da Papa Francesco che stamane nell’Udienza Generale in Vaticano ha dichiarato «esprimo preoccupazione per l’assedio totale di Gaza. Medio Oriente non ha bisogno di guerra ma ha bisogno di pace costruita su giustizia, dialogo e del coraggio della fraternità», di contro il Santo Padre ha anche lanciato un appello ai palestinesi affinché gli ostaggi israeliani possano essere liberati da Hamas.

ISRAELE: “TEMIAMO UNA RIVOLTA ARABA”. COSA STA PREPARANDO L’ESERCITO E I TIMORI SU HAMAS

«Stiamo andando verso un incremento degli attacchi verso la Striscia. La massima priorità è quella di eliminare i comandanti di Hamas»: lo ha detto il portavoce militare israeliano Daniel Hagari informando la stampa sulle azioni tenute da Israele nella guerra con Hamas alla vigilia di una più che probabile invasione via terra con i carri armati. Solo questa notte a Beit Hanoun – ha detto ancora il portavoce – nel nord della Striscia sono stati 80 gli obiettivi colpiti, comprese due banche usate da Hamas, un tunnel e due centri operativi. Nello specifico, Israele sarebbe riuscita a distruggere il sistema di rilevamento aereo della sigla terroristica filo-palestinese.

L’ampiezza dell’attacco lanciato sabato con l’inizio effettivo della guerra Hamas-Israele dimostra, conclude Hagari, che la milizia islamista non progettava un attentato seguito da un ritiro, «ma volevano conquistare terreno. L’attività della nostra aviazione ci ha restituito il controllo della situazione». Finora si è arrivati a contare mille cadaveri di terroristi di Hamas e centinaia di altri sono rimasti lungo la barriera di separazione, rileva il portavoce dell’esercito ebraico. Molto preoccupato si dice anche il ministro della Sicurezza nazionale israeliano, Itamar Ben Gvir: «La guerra dimostra che occorre distribuire armi ai cittadini», lo ha detto riferendosi ai disordini del maggio 2021 in cui le molte violenze si svilupparono in città israeliane a popolazione mista ebraica e araba. Lo stesso Ministro del Governo Netanyahu ha poi aggiunto di aver dato istruzione al capo della polizia di prepararsi ad affrontare una nuova insurrezione: «ho dato ordine che da oggi tutti qua possano girare armati». Una rivolta “araba” che nascerebbe come timore anche dall’appello fatto nei giorni scorsi da Hamas verso l’intera cornice islamica che risiede in Medio Oriente: dall’Iran alla Siria, dai Paesi del Golfo fino alla Cisgiordania e alle milizie di Hezbollah in Libano.