Sulle pagine del quotidiano tedesco Frankfurter Allgemeine Zeitung è stato intervistato il primo ministro della Moldavia, Dorin Recean, che ha riflettuto sulla guerra in Ucraina e sulla posizione della sua nazione. Recentemente, infatti, il governo presieduto da Maia Sandu ha deciso di estendere lo stato di emergenza per via del conflitto in Ucraina, suscitando un grande clamore soprattutto da parte di un pezzo di popolazione, storicamente filo-russa.



“La forma lieve dello stato di emergenza”, spiega Recean parlando della guerra, “non ha alcun impatto sui diritti umani. Se chiudiamo i canali di propaganda russa, non si tratta di una limitazione”, spiegando che è anche quello che sta facendo il resto d’Europa. “Non stiamo affrontando alcuna minaccia militare” diretta, spiega a tutti i cittadini preoccupati di un possibile conflitto imminente, “ma ci sono minacce ibride”. Secondo Recean, infatti, grazie allo status creato dalla guerra, Putin “paga le proteste in Moldavia, paga dei gruppi criminali per attaccare la polizia o il palazzo di governo”, mentre la nazione “è ancora collegata alla rete elettrica europea attraverso l’Ucraina” e se le infrastrutture venisse distrutte “ne risentiremmo direttamente”.



Dorin Recean: “In guerra non esiste la neutralità”

Lo stato di emergenza, spiega ancora Recean, non è dovuto ad una minaccia di guerra diretta, “ma ci permette di garantire pace, stabilità e sicurezza”. Ci tiene poi anche a parlare del concetto di neutralità che la costituzione della Moldavia prevede e sancisce, e che secondo alcuni commentatori sarebbe in controtendenza con le recenti dichiarazioni per cui lo stato si allinea alla causa dell’Ucraina e della NATO, contro la minaccia della Russia.

“La neutralità”, spiega Recean, “è uno strumento di politica estera” che in Moldavia c’entra tanto con la guerra, quanto con la pace. “È messa sempre più in discussione da una parte della società”, spiega, sostenendo però che “non si può rimanere neutrali quando si vedono le atrocità che la Russia sta commettendo in Ucraina. La neutralità non ti protegge se l’altra parte non la rispetta”. In particolare, a causa della guerra, Recean sostiene che “stiamo pensando a come difenderci perché capiamo che nel mondo di oggi, a prescindere dallo status di neutralità, bisogna far parte di qualcosa di più grande”.