Si presenta come il “jihadista dal volto umano”, tanto è vero che i suoi miliziani cercano continuamente di rassicurare la gente dei territori che occupano, a partire da Aleppo. La sua storia, però, è quella di un feroce terrorista con un passato in Al Qaeda. Al Jawlani ora è il capo di Hayat Tahrir al Sham (HTS), e le sue milizie, spiega Stefano Piazza, giornalista e scrittore, esperto di sicurezza e terrorismo, sono al soldo degli interessi della Turchia. Ankara, attraverso di lui, vuole probabilmente scalzare lo stesso Assad. Un servizio che, con tutta probabilità, Erdogan dovrà remunerare adeguatamente, concedendo territori o altri benefit a HTS. Conquistata Hama i ribelli puntano su Homs, che sarebbe stata accerchiata. Ma l’obiettivo è Damasco, capitale della Siria.
Che storia ha HTS?
HTS è un gruppo terroristico riconosciuto come tale da USA, Gran Bretagna, UE, Canada e molti altri Paesi. È nato nel 2017 dal fronte Al Nusra, composto da una serie di piccole sigle. Il leader, Mohammad Al Jawlani (nome di battaglia di Ahmed Al Sharaa, classe 1982, di origine saudita), ha deciso di staccarsi da Al Qaeda, fondando Hayat Tahrir al Sham, che significa Comitato per la liberazione del Levante. Si tratta di una formazione salafita. Al Jawlani ha sempre fatto il terrorista: in Arabia Saudita il padre era consulente petrolifero, apparteneva, insomma, a una famiglia del ceto medio. Poi si è trasferito in Siria e intorno agli anni duemila ha cominciato a radicalizzarsi. Dopo un paio d’anni di studi di medicina all’università di Damasco, è partito per l’Iraq e ha iniziato a combattere contro gli americani con Al Qaeda.
Che “carriera” ha avuto come terrorista Al Jawlani?
È stato un collaboratore di Abu Musab Al Zarqawi, morto nel 2006, capo di Al Qaeda. Ha combattuto, è stato in carcere e, dopo il suo rilascio nel 2008, ha iniziato una nuova collaborazione, stavolta con Abu Bakr al-Baghdadi, diventando responsabile della provincia di Mosul. È qui che crea Al Nusra. Ma quando al-Baghdadi decide di fondare lo Stato Islamico, chiedendogli di sottomettersi alla sua autorità, Al Jawlani rifiuta e dichiara fedeltà ad Al Zawahiri. Poi ha creato Hayat Tahrir al Sham, coalizzando intorno a lui una serie di gruppi ribelli.
Che personaggio è il capo di HTS?
È una persona molto intelligente, abilissima: non sta facendo pulizia etnica, non sta ammazzando cristiani, sciiti, alawiti. Dice di voler fare una sorta di rivoluzione gentile, anche se è un salafita duro e puro. I militari siriani vengono giustiziati per le strade.
Qual è il suo obiettivo: conquistare la Siria o avere addirittura orizzonti più ampi?
È molto furbo, non ha commesso l’errore di perdere di vista la realtà, come altri capi terroristici. La vicenda attuale, che lo vede protagonista, ha origine in Turchia, perché sono stati i servizi segreti turchi ad armarlo. Ankara, infatti, vuole qualcuno che rappresenti i suoi interessi in Siria. Impossibile immaginare Al Jawlani a capo del Paese: è un jihadista, e nessuno gli permetterà di farlo. Più probabile che, una volta fatto il lavoro sporco, troveranno qualcun altro che possa sostituire Bashar al Assad. HTS potrà avere il controllo di una parte del territorio o influenze particolari: bisogna vedere cosa prevedono gli accordi in base ai quali ha attaccato Aleppo, cercando poi di espandersi nell’area circostante. È chiaro che ci sono degli accordi a monte: Al Jawlani non si sarebbe imbarcato in questa avventura senza un progetto chiaro.
Si fanno delle ipotesi su quale potrebbe essere l’obiettivo di questo progetto?
Turchia, Iran e Russia dicono che bisogna trovare una soluzione politica. Il messaggio per Assad è di togliersi di torno per trovare qualcuno che lo sostituisca. Al Jawlani è uno strumento dei turchi e, al momento opportuno, verrà pagato, magari assegnandogli una provincia.
HTS è sostenuto anche dagli USA?
No. Prima di tutto, fa gli interessi della Turchia, mettendo in grossa difficoltà i russi e gli iraniani. HTS, comunque, utilizza droni, e i miliziani pare siano stati addestrati a usarli (nessuno lo ha smentito) dalle forze speciali ucraine.
Chi finanzia HTS?
Si finanziano con traffici di ogni tipo, con attività illecite, ma quanto ad armi e addestramento è evidente che li hanno ottenuti da entità statali. Hanno a disposizione armi modernissime, dimostrano una grande preparazione e hanno un hardware turco.
(Paolo Rossetti)
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