Mercoledì si sono conclusi i colloqui tra i funzionari turchi e statunitensi in relazione alla realizzazione di una zona sicura in Siria. Nello specifico la Turchia prevede la creazione di una zona cuscinetto di circa 32 km collocata nel nord della Siria. Dovrebbe comprendere Kobane, Tal Abyad e Ras al Ain.

Il primo elemento da osservare è il fatto che le parti avrebbero raggiunto un accordo sulla necessità di istituire uno centro operativo congiunto che dovrebbe avere la propria sede in Turchia. 



Il secondo dato, assolutamente fondamentale dal punto vista geopolitico, è il fatto che la Turchia abbia sottolineato esplicitamente la necessità che il gruppo terroristico delle Unità di protezione popolare (Ypg) venga nel più breve tempo possibile sgombrato. 

Il terzo dato, altrettanto significativo, è relativo alla dichiarazione del portavoce del ministero degli Esteri turco Hamy Aksoy che ha dichiarato che Ankara non aspetterà per troppo tempo di concretizzare questo accordo perché la sua pazienza è limitata. Nel caso in cui l’accordo non avesse un risvolto di carattere operativo, Ankara procederebbe in maniera autonoma.



Ebbene, dal punto di vista geopolitico, questi elementi poc’anzi indicati cosa dimostrano in relazione al rapporto tra Turchia e Stati Uniti? Dimostrano, a nostro avviso, la fondatezza di quanto abbiamo affermato in un articolo precedente e cioè che la Turchia stia ormai cercando di conseguire un’autonomia di carattere sia politico che militare per la futura spartizione del Medio oriente cercando di ridimensionare il ruolo degli Usa nell’area.

In secondo luogo questo accordo dimostra la debolezza politica americana, soprattutto se tiene conto di due elementi fondamentali: da un lato il rifiuto della Turchia di proseguire il suo programma di ammodernamento militare con l’acquisizione degli F-35, e dall’altro lato il fatto che il gruppo di Unità di protezione popolare (Ypg) è stato finanziariamente e militarmente appoggiato proprio dagli Stati Uniti in funzione anti-Isis.



A proposito del ruolo dell’Isis in relazione alla Turchia, secondo le informazioni del Rojava Datacenter siriano oltre 40 ex membri dell’Isis collaborano con i servizi di sicurezza turchi sopratutto nella zona di Afrin, come sostenuto dalla ricercatrice Joan Garcia del Rojava Center. In questo elenco sono compresi comandanti, capi di brigata, ufficiali di reclutamento e coordinatori.

Il database include il loro ruolo nell’ambito dell’Isis, il loro ruolo come parte delle forze jihadiste sostenute dalla Turchia nella regione di Afrin, la loro posizione attuale, le informazioni biografiche e, in alcuni casi, le fotografie degli individui in questione.

Alcuni nomi e foto sono stati ottenuti dal Rojava Information Center e dai ricercatori Osint grazie ai canali di opposizione di Telegram ad Afrin, altri sono stati forniti dall’Ufficio relazioni con l’estero della Siria nord-orientale e altri identificati nella ricerca presentata al Forum internazionale sull’Isis.

I nomi inclusi nel database includono: Ismail Firas al-Abbar, che era un comandante dell’Isis a Deir-ez-Zor prima di diventare un leader della brigata sostenuta dalla Turchia in Afrin; Basil Nayef al-Shehab, che ha combattuto contro l’Ypg con l’Isis a Kobane prima di diventare comandante della brigata Sultan Murad sostenuta dalla Turchia, e Abu al-Baraa al-Ansari, comandante dell’Isis a Deir-ez-Zor che ora è comandante della milizia appoggiata dalla Turchia Ahrar al-Sharqiya.