Quali sono le ultime novità sul fronte della guerra russo-ucraina? La Russia sta cercando di porre in essere stratagemmi per bypassare le sanzioni americane ed europee. Nello specifico la società russa Novatek, controllata da Leonid Mikhelson, sta cercando di porre rimedio ai problemi relativi al Gln2 in Siberia. Se fino a questo momento erano due le società che contribuivano dal punto vista tecnologico alla penetrazione russa nell’Artico, e cioè la francese Technip e la italiana Saipem, l’alternativa attuata è stata quella di realizzare la Green Energy Solutions, registrata a giugno presso il Dipartimento dello Sviluppo economico di Abu Dhabi e fondata da un espatriato russo di Kaliningrad, Nadezhda Adamenko, un interior designer che produce specchi e dipinti utilizzando pietre preziose e altri materiali.
Fino a questo momento le due società europee erano in grado di fornire a Arctic Lng 2 (un progetto di Novatek, ndr) la tecnologia a gravità, cioè strutture galleggianti utilizzate per l’estrazione di gas naturale liquefatto. Vedremo se la nuova società sarà in grado di fornire una tecnologia così sofisticata.
Nel frattempo, di fronte alle minacce attuate da Putin e in merito all’uso della guerra nucleare limitata, il presidente cinese Xi Jinping spera a novembre di poter incontrare i suoi omologhi francese e tedesco con lo scopo di cercare di convincere i Paesi europei a non inasprire il sistema di sanzioni e addirittura invitarli a Pechino per discutere di queste problematiche. Il presidente cinese spera anche di poter incontrare il primo ministro britannico Liz Truss e il presidente turco Recep Tayyip Erdogan. Inoltre sono stati contattati il primo ministro giapponese Fumio Kishida, Narendra Modi e il presidente sudcoreano Yoon Seok-youl. Infine Pechino continua a sostenere con prudenza la Turchia come mediatore per un tentativo di portare la Russia e l’Ucraina a un cessate il fuoco.
Tra i Paesi europei che stanno rivedendo il loro sostegno dall’Ucraina vi è certamente il comitato per gli armamenti Francia-Ucraina: durante la riunione che si è tenuta a settembre erano presenti i vari delegati di alcuni gruppi industriali francesi molto importanti e cioè Nexter, Thales, Mbda e Safran e il cantiere navale Ocea, che ha venduto molte pattuglie leggere a Kiev. Ma qual è il nodo della questione?
La Francia in teoria è disponibile a fornire armamenti, ma non se questi armamenti comportano un costo aggiuntivo elevato, tranne che questo non sia pagato attraverso dei prestiti ucraini. Nello specifico ciò significa inviare obici Caesar a buon mercato accompagnati da più formazione. Al di là della presenza dell’industria militare, vi erano però anche importanti assenti e fra questi Airbus Group, che ha deciso di tagliare i suoi legami con Kiev, a cui aveva venduto elicotteri, probabilmente pensando che fosse meglio mantenere il suo legame con la Russia nel settore spaziale.
Un altro assente è la Dassault. Infatti la Francia non vuol essere il primo Paese a consegnare jet da combattimento occidentali. Come è noto, la prima flotta aerea che potrebbe essere inviata a Kiev, se approvata da Washington, sarà probabilmente fatta di aerei F-15 Eagle e non F-16, e questo escluderebbe la Francia dal mercato dell’aviazione ucraina in futuro. Ciò che la Francia può fare è cercare di creare un fondo di 500 milioni di euro per finanziare nuove acquisizioni. Parigi ha svolto un ruolo ben più rilevante di quanto non sia stato affermato da fonti internazionali: fonti di intelligence francese hanno recentemente rivelato che anche se è stato stato il presidente turco a prendersi il merito degli accordi che hanno permesso di evacuare il grano, in realtà il ruolo effettivo è stato svolto dalla Francia, che ha negoziato le coordinate Gps delle rotte marittime e delle possibili rotte terrestri con le varie parti in conflitto ed in particolare con la Russia.
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