Non solo droni. Secondo fonti delle intelligence di Nato e Stati Uniti, personale militare iraniano si trova da tempo in Crimea per addestrare i soldati russi nell’uso dei micidiali droni kamikaze che hanno dato a Mosca una insperata spinta offensiva in Ucraina. È un quadro che non piace a Israele per ovvi motivi: quegli stessi droni potrebbero domani essere usati contro lo Stato ebraico. Gerusalemme però, come ci ha spiegato in questa intervista Mauro Indelicatogiornalista di InsideOver esperto di geopolitica, si trova in una situazione bloccata da molteplici fattori: “Russia e Israele sono Paesi che hanno un forte legame, anche economico, dovuto all’emigrazione dalla ex Urss successiva alla caduta del Muro di Berlino”.



Israele poi, ci ha detto ancora Indelicato, ha bisogno della presenza russa in Siria che permette di contenere l’influenza iraniana. “Ovviamente però Gerusalemme non può vedere di buon grado la collaborazione fra Teheran e Mosca e questo porterà nelle prossime settimane a un deterioramento nei rapporti fra i due Paesi”.



Kiev fa pressioni su Israele per essere rifornita di armi contro i droni iraniani, in particolare l’Iron Dome, il sistema di difesa missilistico studiato appositamente, ma Israele pur condannando l’invasione dell’Ucraina ha sempre detto di no. In che modo il sempre più massiccio coinvolgimento iraniano nel conflitto può causare destabilizzazione in Medio Oriente?

Indubbiamente c’è da registrare dallo scorso febbraio un progressivo deterioramento dei rapporti tra Israele e Russia. Putin e Netanyahu erano soliti sentirsi ogni settimana, il rapporto fra i due Paesi era molto stretto per via dell’emigrazione russa dopo la caduta del Muro di Berlino. Israele è diventato il terzo Paese russofono al mondo: il 13% della popolazione parla regolarmente il russo.



In che senso i rapporti sono cambiati? Israele si è sempre rifiutata di mandare armi all’Ucraina.

Infatti, ma da un lato le continue richieste, ancora pochi giorni fa, da parte di Kiev di inviare armi e dall’altro la presenza iraniana stanno imprimendo una definitiva accelerazione al ribasso dei rapporti.

Quali conseguenze potrebbero esserci? Lo scacchiere medio orientale si basa proprio sulla tacita cooperazione fra Mosca e Gerusalemme, con i russi che permettono agli israeliani di colpire le basi Hezbollah.

Probabilmente non ci saranno grandi conseguenze, perché come hai detto tu, Israele ha bisogno della Russia per mantenere a bada determinati equilibri in Siria e la Russia ha bisogno di Israele perché la comunità russa che vive là è importante anche a livello economico, e la comunità ebraica in Russia è molto numerosa. Si tratta di due Paesi legati da fattori culturali, economici ed anche politici che non potranno mai allontanarsi del tutto, anche se certamente nelle prossime settimane ci sarà un deterioramento ulteriore.

C’è preoccupazione in Israele per l’impegno iraniano in Ucraina: si tratta di un test per quello che Teheran potrebbe fare in futuro verso Tel Aviv?

Al momento la conseguenza principale di questo deterioramento sta nella perdita della possibilità di mediare di Israele. Ricordiamo tutti che l’allora primo ministro israeliano Bennett a inizio del conflitto volò a Mosca, per essere il primo a ritagliarsi un ruolo di mediazione. Oggi questo Israele non lo può più fare: è vero che non fornisce armi, ma nel frattempo gli iraniani aiutano i russi. E del ruolo di mediatore ha finito per impossessarsi il solo Erdogan.

Una cosa è sicura: l’Iran si sta dimostrando una grande potenza militare, è d’accordo?

Senz’altro. Hanno investito molto sulla tecnologia militare, soprattuto sui droni. Hanno preso in contropiede Israele e l’Occidente, che si erano concentrati unicamente sul programma nucleare di Teheran. Gl iraniani invece hanno investito anche nella dotazione militare convenzionale. Di fatto oggi l’Iran è il primo alleato militare russo, quando tutti si erano aspettati lo diventasse la Cina che invece si è tenuta fuori. Tutto questo poterà a una possibile destabilizzazione del quadro mediorientale. In che modo ancora non lo sappiamo, ma la guerra in Ucraina sta cambiando molte carte sul tavolo della geopolitica mondiale.

(Marco Tedesco)

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