Il Generale inverno, o meglio come lo chiamano i russi “generale fango”, la “rasputitsa”, si sta rivoltando contro gli stessi russi che ne fecero un alleato in grado di fermare due invasioni, quella napoleonica e quella nazista. È un fenomeno naturale, ci ha spiegato Giorgio Battistigià comandante del corpo d’armata di Reazione rapida della Nato in Italia e capo di stato maggiore della missione Isaf in Afghanistan “che capita due volte all’anno, in primavera e in autunno, quando il disgelo rende impossibile o quasi muoversi al di fuori delle strade asfaltate.



I carri armati russi che pesano decine di tonnellate si trovano in queste condizioni perché le poche strade asfaltate sono intasate, ed è questo uno dei motivi per cui l’avanzata in questi ultimi giorni si sta fermando o comunque rallentando”.

Ma Mosca ha nel cassetto misure straordinarie e paurose: colpire le basi dove arrivano i rifornimenti di armi da parte dei paesi della Nato o addirittura ricorrere alle armi nucleari tattiche, “ordigni nucleari progettati per essere usati sul campo di battaglia perché di basso potere distruttivo” ci ha detto ancora Battisti.



Mentre continuano i bombardamenti sulle città, secondo l’intelligence inglese l’esercito russo sta rallentando in modo vistoso. È così? Come mai?

È chiaro che dobbiamo fidarci di quanto ci dicono le intelligence americana e inglese, facendolo con le dovute accortezze, ma è vero che c’è un rallentamento nell’offensiva. Può essere provocato dalla resistenza dell’Ucraina anche grazie alle armi che Kiev riceve dall’occidente; ma anche dall’esigenza di avvicendare il personale militare che si trova al fronte da più di venti giorni.

Quindi non è una misura strategica da parte russa?



Va detto che è iniziato il disgelo, le rotabili non asfaltate creano grossi problemi al movimento dei mezzi. I rifornimenti arrivano per mezzo di autocarri che si spostano sulle strade asfaltate e si creano intasamenti. Ci sono tantissime strade non asfaltate, i carri armati muovendosi nel fango, pensiamo che sono mezzi che pesano anche 50 tonnellate, si impantanano e rimangono bloccati. E’ un fenomeno che i russi chiamano “rasputitsa”.

Di cosa si tratta?

Indica due stagioni dell’anno, primavera e autunno, quando viaggiare su strade sterrate o attraverso un paese diventa difficile, a causa delle condizioni fangose della pioggia o dello scioglimento della neve. Si riferisce proprio alle condizioni stradali durante entrambi i periodi. Per i russi è sempre stato un alleato, tanto da chiamarlo “Generale fango”. Fu così che la Russia si salvò dall’invasione di Napoleone e Mosca dall’attacco nazista durante la Seconda guerra mondiale.

Oggi però gioca a favore degli ucraini.

Infatti prima dell’invasione russa diversi analisti hanno identificato le sfide logistiche della stagione dei fanghi come un probabile ostacolo a qualsiasi invasione su larga scala in primavera. Quando la Russia ha attraversato il confine, molte delle sue unità mobili si sono ritrovate bloccate nei campi e limitate alle strade principali, dove la resistenza e problemi logistici hanno rallentato notevolmente l’avanzata verso Kiev.

Biden ha annunciato che invierà sistemi antiaerei e droni per il valore di 800 milioni di dollari. La Russia ha minacciato la Slovacchia se non ferma gli aiuti militari. Che conseguenze ci possono essere?

Sono diversi giorni che Putin in persona o i suoi fedelissimi denunciano questi aiuti militari come un atto ostile verso la Russia. È possibile si ripetano attacchi come quello che c’è stato nel centro di addestramento di volontari vicino a Leopoli, o che provino a fare qualcosa, un segnale concreto contro questi rifornimenti. Basterebbe un sabotaggio dei luoghi in cui questi rifornimenti vengono accumulati. I russi dovranno fare qualcosa, altrimenti se minacciano senza agire non risultano credibili.

Si parla molto anche dell’uso di armi nucleari tattiche, in quanto i russi sono sicuri che l’occidente non reagirà mai con armi nucleari. Lei che ne pensa?

È chiaro che queste armi potrebbero essere dimostrative della volontà di continuare nella guerra, ma credo ci debbano pensare bene. A detta del governo americano, che ogni 4-5 anni fa il punto della situazione degli arsenali nucleari nel mondo, nella dottrina militare russa è autorizzata l’arma nucleare per una forma di de-escalation, impressionare l’avversario e ottenere vantaggi.

Putin ha bloccato l’export di grano, per garantirsi scorte interne. È il segnale che il conflitto sarà lungo? Dopo tre settimane di guerra si è capito l’obbiettivo militare russo?

Le forze impegnate sul campo, non più di 200mila uomini, non bastano per occupare l’Ucraina, perché le forze ucraine grazie anche ai volontari sono più o meno le stesse. L’obiettivo di Putin è forse quello di far cadere il sistema senza occupare tutto il paese, accerchiando le città per indurre il governo a negoziati più vantaggiosi per Mosca.

(Paolo Vites) 

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