La Corte permanente di arbitrato dell’Aia con una sentenza pubblicata l’11 luglio si è espressa a favore dell’Ucraina nella disputa tra questa e la Federazione Russa per quanto riguarda i rispettivi confini marittimi intorno alla penisola di Crimea. La comunità internazionale non riconosce la pretesa della Russia sulla penisola ed in particolare nello Stretto di Kerch. Dalla metà del 2018, quell’area è diventata una questione centrale delle tensioni russe e ucraine sulla penisola di Crimea, coinvolgendo i servizi di sicurezza di entrambi i Paesi.



Facciamo un passo indietro. Il caso all’Aia riguardava il sequestro di tre navi della marina ucraina e dei loro equipaggi da parte delle guardie costiere dell’Fsb (Servizio federale per la sicurezza della Federazione Russa) al largo delle coste della Crimea nel novembre 2018. L’indagine successiva è stata coordinata dal dipartimento investigativo della Crimea e di Sebastapoli dell’Fsb.



Pochi giorni prima dell’incidente, il funzionario dell’Fsb Leonid Mikhailyuk era stato trasferito da Kaliningrad per prendere in carico l’ufficio dell’Fsb in Crimea e aveva preso il comando delle diverse forze speciali schierate nella penisola sostituendo Viktor Palagin.

La presenza di numerose spie russe ha spinto l’Ucraina a tenere d’occhio la loro attività e alla fine di dicembre dello scorso anno, proprio prima dell’invasione russa, i confini marittimi della regione erano stati oggetto di una riunione di crisi che si era tenuta presso l’amministrazione provinciale ucraina.



Da allora, sebbene la Russia controlli l’intero Mar d’Azov, che è collegato al Mar Nero dallo Stretto di Kerch, l’Ucraina non ha distolto lo sguardo dal passaggio strategico del mare e dal ponte “crimeo” su di esso. Costruito per uso civile dal gruppo di costruzione Stroygazmontazh, di proprietà dello stretto socio di Vladimir Putin Arkadi Rotenberg, il ponte a due corsie viene utilizzato per spostare attrezzature militari per le forze armate russe, il che significa che potrebbe essere considerato un obiettivo militare.

Di conseguenza, Mosca sta usando le truppe paramilitari della sua guardia nazionale, la Rosgvardia, per tenere il ponte sotto stretta sorveglianza. La Rosgvardia, una sorta di piccola Fsb guidato dal generale Viktor Zolotov, è anche responsabile del controllo del territorio ucraino.

Non a caso il 15 giugno un generale ucraino ha dichiarato che il ponte era una “priorità” per le forze armate ucraine. Il giorno seguente, il servizio di intelligence militare ucraino, il Gur, ha persino fatto circolare sui social network un documento di 242 pagine che dettagliava le specifiche tecniche del ponte.

L’operazione, che è stata solo un piccolo episodio di una campagna che va avanti da diversi anni, ha portato il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov a rilasciare una dichiarazione nella quale ha sostenuto che la sicurezza del ponte era “pienamente assicurata”.

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