La Russia con i suoi inquietanti carri armati, contrassegnati da una misteriosa “Z”, ha invaso l’Ucraina. Li avevamo osservati mentre stazionavano ai confini, chiedendoci cosa mai significasse quel distintivo: secondo alcuni esperti militari, servirebbe a determinare ruoli specifici nelle operazioni di guerra. Secondo altri, invece, la sigla aiuterebbe a proteggere le forze russe dal fuoco amico dei separatisti del Donbass. Intanto missili e bombe cadono sulla capitale dell’Ucraina.
L’obiettivo sarebbe stato colpire il Gur, il servizio di intelligence della Difesa, quartier generale vicino al centro di Kiev, il che mostrerebbe, come ci ha detto il generale Carlo Jean, esperto di strategia, docente e opinionista, l’obbiettivo strategico delle truppe di Mosca: “I soldati russi sono già arrivati al secondo aeroporto della capitale, Hostomel, grazie a un ponte aereo fatto con gli elicotteri. Si trova a meno di trenta chilometri da Kiev. Entrando nella capitale, i russi potrebbero rovesciare il governo in carica per sostituirlo con uno filo-russo”. Cosa che, ovviamente, potrebbe tradursi in un bagno di sangue.
L’altro obbiettivo russo è l’ex centrale nucleare di Chernobyl, attorno alla quale si combatte duramente. Secondo le ultime notizie di ieri sera, le forze russe avrebbero conquistato la centrale: “Probabilmente i russi si sono mossi per prenderne possesso, temendo che gli ucraini potessero utilizzare il materiale radioattivo ancora presente per costruire quelle che si definiscono bombe sporche”.
Al momento, osservando quanto dispiegato sul campo dai russi, ritiene che l’esercito di Mosca stia utilizzando già il massimo delle sua potenzialità o siamo ancora a un uso moderato della forza?
La forza impiegata dall’esercito russo è già sufficiente per arrivare a Kiev. I mezzi pesanti, soprattutto i carri armati, sono moderni, l’organizzazione efficiente, i soldati ben addestrati. La forza aerea, poi, è schiacciante, soprattutto in fatto di elicotteri. Mosca dispone di circa 1300 jet militari contro i 140 dell’Ucraina e di quasi 500 elicotteri contro i soli 42 di Kiev.
L’obbiettivo sarebbe quindi prendere la capitale, tagliando fuori il resto del paese. In questo modo potrebbero pensare anche di instaurare un governo filo-russo?
Sì, potrebbero instaurare un esecutivo fantoccio filo-russo.
Si scatenerebbe un bagno di sangue?
Molto verosimilmente sì, la resistenza, come è stata organizzata dal governo ucraino, continuerebbe con il massimo sforzo. Non dimentichiamo che gli ucraini combattono per il loro paese, per la loro libertà. Sono militarmente meno forti dei russi, ma sono molto motivati.
Truppe di Mosca sono sbarcate a Odessa e Mariupol. Altri due obbiettivi strategicamente fondamentali?
Assolutamente sì. Conquistando quei due porti, i russi tagliano via l’Ucraina da ogni comunicazione via mare.
Dopo aspri combattimenti i russi avrebbero preso l’ex centrale nucleare di Chernobyl. Come mai questo obiettivo?
Probabilmente i russi avevano paura che gli ucraini potessero fabbricare le cosiddette bombe sporche, utilizzando appunto le barre spente. Sembra ci siano 200 tonnellate di scorie nucleari.
Cosa sono le bombe sporche?
Una bomba sporca o un dispositivo di dispersione radiologica è un’arma che combina materiale radioattivo con esplosivi convenzionali.
Si può considerare un’arma nucleare?
Non esattamente. Lo scopo è contaminare l’area intorno all’agente di esplosione con materiale radioattivo, ma non sarebbero presenti radiazioni sufficienti per causare gravi malattie o morti. Il risultato reale e voluto sarebbe quello di creare danni psicologici, non fisici, attraverso il panico e il terrore su larga scala, ma non è detto che non si possano procurare anche danni fisici. Per quanto ne sappiamo ci sono stati solo due esempi, non riusciti e non a caso tutti e due riguardanti la Russia. Il primo tentativo di terrore radiologico fu compiuto nel 1995 da un gruppo di separatisti ceceni, che seppellirono una fonte di cesio 137 avvolta in esplosivi nel parco Izmaylovsky di Mosca. Nel dicembre 1998, un secondo tentativo fu annunciato dal Servizio di sicurezza ceceno, che scoprì un contenitore pieno di materiale radioattivo attaccato a una miniera esplosiva.
Tornando ai combattimenti, anche la Bielorussia sta offrendo pieno sostegno alla Russia, a cui concede il transito delle truppe. Il presidente Lukashenko ha dichiarato che non è escluso che anche i soldati bielorussi possano intervenire. C’è il rischio che il conflitto dilaghi fino ai Paesi baltici?
I Paesi baltici sono parte della Nato, a quel punto la guerra diventerebbe mondiale. Tra l’altro, la flotta russa presente nel Baltico sarebbe spazzata via nel giro di poche ore, colando a picco nel mare.
Secondo lei, l’attacco all’Ucraina sarà una guerra lampo o di lunga durata?
Ritengo che i russi si fermeranno o saranno fermati sulle rive del fiume Dnepr, che divide l’Ucraina in due. Nella parte orientale dell’Ucraina esiste una forte popolazione di origine russa.
Insomma, Mosca dividerebbe il paese in due, a seconda delle aeree di influenza?
Il totale della popolazione russofona in Ucraina è del 15%, troppo scarsa per giustificare l’occupazione dell’intero paese. Putin otterrebbe il suo obiettivo occupando la parte del paese più vicina alla Russia.
Nella parte occupata, però, i non russofoni darebbero vita alla guerriglia?
Sicuramente. Insorgerebbe una resistenza nazionalista, con attentati e sabotaggi. La pace non è qualcosa di immaginabile a queste condizioni.
(Paolo Vites)
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