Le forze russe e ucraine si stanno ammassando nel Donbass per quella che viene considerata la battaglia definitiva della guerra in corso. Ce lo dice il generale Carlo Jean, esperto di strategia, docente e opinionista: “Ritengo che la prossima settimana ci saranno le condizioni per lo scontro finale, le truppe russe stanno convergendo dalla direttrice verso Kiev, ormai abbandonata, e un po’ dovunque, anche dall’Ossezia e dal Tagikistan. Le truppe ucraine invece sono già sul posto, a sud di Kharkiv”.
La “madre di tutte le battaglie” potrebbe dare quindi a Putin quanto da lui stesso annunciato: un successo militare da celebrare il 9 maggio, festa della vittoria sulla Germania nazista. Tale appuntamento con la storia, però, fa pensare che i russi per vincere a tutti i costi potrebbero arrivare a usare armi non convenzionali: “Conosco bene gli alti ufficiali russi: sono colti e intelligenti, e se Putin desse loro l’ordine di impiegare le armi nucleari, probabilmente si rifiuterebbero di obbedire. Armi chimiche invece le hanno già usate in Siria, per cui potrebbero farlo di nuovo”. Ieri, intanto, sono stato segnalati bombardamenti aerei russi nel Donbass.
Gli ucraini dicono che l’offensiva nel Donbass è già cominciata, gli americani invece sostengono che servirà ancora tempo. Che ne pensa?
Direi che gli americani hanno ragione. I russi stanno ancora ammassando le truppe, perché le forze che sono state spostate dalla direttrice per Kiev richiedono qualche giorno affinché possano tutte convergere. Inoltre stanno facendo affluire truppe un po’ da ogni dove, anche da territori lontani dell’impero russo.
Le forze ucraine sono già disposte? A Mariupol si sono arresi oltre mille soldati, senza contare tutti quelli uccisi.
Mariupol è un caso particolare, aveva la sua guarnigione. Le forze mobili invece sono già a sud di Kharkiv.
Il cancelliere tedesco Scholz ha promesso l’invio di altre armi: saranno decisive per vincere la battaglia?
Arrivano in ritardo rispetto alla grande battaglia che si sta preparando e che presumibilmente si svolgerà la prossima settimana. Gli ucraini dovranno far conto sugli armamenti che hanno già ricevuto.
Che non sono pochi, o no?
Parecchie munizioni e missili sono già stati consumati, dire quale sia la reale situazione degli armamenti ucraini non lo sappiamo.
Si sono visti video che mostrano da parte russa l’uso di bombe a grappolo, è possibile che siano state usate anche armi chimiche?
Se consideriamo le bombe al fosforo armi chimiche, i russi ne stanno già facendo uso. Questo tipo di bombe ufficialmente rientrano nella categoria delle armi chimiche, ma non tutti i paesi hanno sottoscritto le convenzioni Onu su certe armi convenzionali e su quelle chimiche.
La Russia ha sottoscritto queste convenzioni?
Nel 2017 Mosca ha dichiarato ufficialmente di aver completato la distruzione delle sue 40mila tonnellate di armi chimiche, ma secondo le intelligence occidentali ne conserva ancora. Sono notizie non verificate, ma d’altro canto la Russia ha usato armi chimiche in Siria, può essere che le utilizzi anche in Ucraina.
L’armata russa, mentre finora aveva avuto tre diversi comandanti che non si parlavano tra loro, ha adesso un comandante unico: è il generale Dvornikov, famoso per aver represso nel sangue la rivolta in Cecenia e con una lunga esperienza in Siria. È l’uomo giusto per vincere la guerra?
Non solo lui, è cambiata completamente la catena di comando. Fino al suo arrivo era il Cremlino, Putin con i suoi fedelissimi, che dirigeva direttamente le azioni militari, adesso c’è un comandante sul campo che può dirigere meglio tutta l’operazione. Prima c’erano i comandanti di armata che facevano riferimento direttamente a Putin, distante centinaia di chilometri, un po’ come faceva Hitler dal suo bunker negli ultimi mesi della Seconda guerra mondiale senza avere una idea esatta della situazione e su come manovrare le forze in campo. Adesso c’è un uomo sul posto capace di manovrarle: se riescono a realizzare lo sfondamento potranno gettarle nella breccia.
Biden ancora poche ore fa ha accusato Putin di genocidio, mentre il presidente Macron ha consigliato di moderare i termini. Non è la prima volta. Ritiene che il presidente americano faccia di tutto per alzare il livello dello scontro, di fatto impedendo la possibilità di una trattativa di pace?
Dipende molto dalla politica interna. Bisogna tenere conto di una cosa. Quando è cominciata la guerra, la Casa Bianca doveva aver pensato che gli ucraini non erano in grado di resistere a lungo, tanto che venne offerta a Zelensky la possibilità di fuggire, cosa che lui rifiutò. Ed è stata una scelta che ha rincuorato molto la resistenza del suo popolo. Visto che hanno dimostrato di saper resistere e combattere con veemenza, gli Stati Uniti hanno cominciato ad aumentare gli aiuti. Di conseguenza lo fanno sempre di più, convinti di poter far vincere l’Ucraina.
Ma che cosa si rischia?
Biden è molto attento al fatto che non ci sia una escalation, tanto che ad esempio gli Stati Uniti non hanno mai fornito all’Ucraina i missili anti-nave.
(Paolo Vites)
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