Chernihiv, città dell’Ucraina del nord, poco distante dai confini con la Bielorussia, è stata completamente circondata dall’esercito russo. Si trova sulla direttiva verso Kyiv, e quindi appare evidente che l’esercito russo stia cercando di isolare sempre di più la capitale ucraina.
Come ci ha detto Giuseppe Morabito, membro fondatore dell’Institute for Global Security and Defense Affairs (Igsda) e membro del Collegio dei direttori della Nato Defense College Foundation “i russi proseguono di città in città, Mariupol ormai si può dire che sia nelle loro mani, stanno facendo un’operazione di sfogliamento per abbattere step by step la resistenza”. Quella che si prospetta, ci ha detto ancora, “dopo aver fallito l’obbiettivo guerra lampo, è una guerra di logoramento, che potrà durare molti mesi se la diplomazia non riesce a trovare una soluzione, il che è molto preoccupante”.
Secondo l’intelligence britannica le forze ucraine cercano di respingere l’attacco russo lungo l’asse nord-occidentale, ma sull’asse nord-orientale l’esercito di Putin fa passi in avanti, ad esempio con l’accerchiamento della città di Chernihiv. Cosa possiamo dedurre dello scenario in atto?
Avendo Putin fallito l’obiettivo della guerra lampo, non gli resta altro che una guerra di logoramento. Al momento l’esercito russo si sta riposizionando, sono stati cambiati i comandanti di diversi settori e si sta procedendo a risolvere i molti problemi logistici che li coinvolgono.
Ma questa controffensiva ucraina di cui si parla da giorni è reale?
Difficile dirlo, sicuramente stanno approfittando delle difficoltà russe, ma bisogna tener conto che l’esercito ucraino è modellato e addestrato per una guerra di difesa, non di attacco. C’è poi il problema dei rifornimenti.
Non è un problema che tocca entrambe le forze in campo?
Sì, infatti. L’Ucraina però, se è vero che conta su aiuti militari notevoli, non ha disposizione un numero infinito di uomini in grado di combattere. Già adesso vengono usati al fronte uomini che hanno ricevuto un addestramento formale, non effettivo. Metterli di fronte a soldati addestrati alla guerra li rende vulnerabili.
E i russi?
I russi hanno il problema che più avanzano, più devono aumentare il numero degli uomini a disposizione, perché devi controllare i territori che conquisti, altrimenti la prima linea del fronte rimane isolata. Questo comporta uno sforzo logistico notevole, molto impegnativo. È per questo che gli indicatori dei vari servizi segreti dicono di un rallentamento dell’esercito di Mosca.
Intanto però le città circondate e strette d’assedio dalle forze russe sono sempre di più e Mariupol si può considerare in mano russa.
Questo è un punto importante. Intanto i soldati russi hanno ormai imparato a conoscere il nemico e a come combatterlo rispetto ai primi giorni di guerra. La strategia da parte loro sembra indicare un movimento passo dopo passo, città dopo città, il che significa una lunga guerra, se la diplomazia non sarà in grado di farla cessare. Il numero dei morti diventerà catastrofico. In questa strategia la conquista della costa ucraina diventa obbiettivo primario.
Per privare l’Ucraina di ogni accesso al mare, di conseguenza alla comunicazione con il resto d’Europa?
Esattamente. Già risulta che le navi russe stanno bloccando decine di mercantili ucraini carichi di cereali. L’Ucraina è il granaio di Europa, e come abbiamo già detto chiudere il traffico di grano provocherà una crisi senza precedenti. Un’altra carta da giocare in mano a Putin.
Kyiv però ha comunicato di aver colpito due navi russe: significa che c’è ancora resistenza sulla costa?
Attenzione, non hanno colpito una fregata o un incrociatore, hanno colpito due mezzi da sbarco fermi nel porto occupato di Berdyansk. Dal punto di vista militare è un obiettivo da niente, funziona solo come mezzo propagandistico interno.
Una volta conquistata la costa, cosa potrebbe succedere?
Se i russi chiuderanno completamente il mare all’Ucraina, gli aiuti potranno arrivare solamente attraverso il varco polacco, su cui si concentrerà il bombardamento. Inoltre dal mare potranno raggiungere la Transnistria, che già controllano, anche senza prendere Odessa, perché basterà aggirarla per fare un collegamento unico fino al Donbass. In questo modo l’Ucraina comincerà a soffocare stretta tra invasione a sud e al nord senza più sbocchi.
Secondo l’intelligence ucraina starebbe circolando tra i soldati russi la notizia, data dai loro comandanti, che il ritorno a casa sarebbe previsto per il prossimo 9 maggio, quindi la fine della guerra sarebbe prevista per quella data. Quanto c’è di credibile?
Viene un po’ da ridere, perché quella data, il 9 maggio, per la Russia ha un significato particolare. È infatti il giorno in cui viene celebrata la fine della Seconda guerra mondiale, la vittoria sulla Germania nazista. A Putin piacerebbe aver finito la guerra per quella data, presentandosi alla usuale parata sulla Piazza Rossa rivendicando il successo o il presunto successo conquistato nell’operazione militare speciale contro Kiev.
Visto che la guerra non sta andando come previsto e che sono già morti almeno 7mila soldati, Putin potrebbe davvero cogliere la palla al balzo per tirarsi fuori, magari arrivando a un accordo con Kiev per quella data. Poi a casa sua si fingerà vincitore.
Sicuramente trovarsi il 9 maggio in piena guerra sarebbe un brutto colpo per la sua immagine.
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