Nel rito ambrosiano domenica 29 gennaio si celebra la festa della Santa Famiglia. Una strana famiglia, dove il Figlio era il più importante perché al suo destino era legato il destino di tutta l’umanità.

Come non pensare a tante famiglie russe ed ucraine, ma anche di altri paesi del mondo, dove la preoccupazione per il destino dei figli rende drammatico il rapporto con loro. Sopravviveranno alla guerra, alla droga, o addirittura a quella possibile catastrofe mondiale che si fa fatica ad immaginare?



Come sembrano risibili da noi le preoccupazioni di tanti genitori, e genitori emeriti, cioè nonni, nei confronti di piccoli, spesso viziati, che già si immaginano come protagonisti di un futuro splendido, magari campioni nello sport, o meglio ancora, amministratori delegati di super aziende multinazionali …

Certo, a volte, spesso, queste attese rimangono deluse. Nonostante che li hai iscritti alle scuole migliori, lì, proprio lì, te li hanno bocciati. Poi, più avanti, si sono messi con ragazze più viziate di loro che hanno distrutto la loro vita. Qualcuno, pochi per la verità, si è persino ridotto ad “andare a prete” o, peggio ancora, in convento …



Insomma la libertà con cui per pura grazia erano stati concepiti, comincia a scontrarsi col dubbio che forse, poi, qualcosa si è sbagliato, o, semplicemente, che è accaduto qualcosa, come la guerra che non era prevedibile.

Eppure anche dalla guerra si può farli fuggire, in altri Paesi, in luoghi più sicuri, almeno finché le cose non si metteranno a posto.

Ma dalla morte, da quella di una malattia rara o da un incidente di macchina notturno, meno raro, come salvarli? “C’è bisogno di qualcuno che ci liberi dal male …” diceva una vecchia canzone, oggi più che mai di moda. Non basta, come fanno quasi tutti, affannarsi a cercare il colpevole del male, per vendicarsi, per scaricare su di lui anche il fallimento di quello che si poteva, e doveva, fare prima.



Davanti alle bare di tanti giovani caduti in guerra, o in altre circostanze sopracitate, poco servono parole, anche sincere, di consolazione, ricordi pieni di sentimentalismo, se non c’è Qualcuno a cui affidare le loro, le nostre, vite.

Uno che è veramente più Padre dei loro padri. Uno che ci chiede di essere semplicemente di famiglia.

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