L’invasione ordinata da Putin ai danni dell’Ucraina ha posto fine alla globalizzazione: non ha dubbi Larry Fink. Il CEO di BlackRock ha inviato una lettera agli azionisti della società di investimento ha motivato il suo giudizio accendendo i riflettori sull’isolamento economico e finanziario imposto a Mosca dall’Occidente.



Dopo le grosse spaccature causate dalla pandemia di Covid-19, la guerra «ha esacerbato la polarizzazione e le tendenze estremistiche cui assistiamo oggi nella società», ha spiegato Larry Fink. La crisi in Ucraina avrà pesanti ripercussioni sulle operazioni mondiali delle aziende, chiamate a rivedere i piani di investimento. L’ad di BlackRock ha posto l’accento sul dossier energia: «Sebbene al momento la dipendenza dall’energia della Russia sia al centro dei riflettori, i governi e le aziende riconsidereranno più in generale le loro dipendenze dalle altre nazioni».



“Guerra in Ucraina pone fine a globalizzazione”

Le filiere produttive si accorceranno, andando a erodere i margini delle aziende, con un’ulteriore pressione sull’inflazione secondo Larry Fink. Il manager si è poi soffermato sull’accelerazione delle valute digitali, altro “fronte” interessato dal conflitto. La guerra, infatti, spingerà i Paesi a rivalutare la loro dipendenza dalle valuta: «Un sistema di pagamento digitale globale, progettato con cura, può migliorare il regolamento delle transazioni internazionali riducendo il rischio di riciclaggio di denaro e corruzione. Le valute digitali possono anche aiutare a ridurre i costi dei pagamenti transfrontalieri, per esempio quando i lavoratori espatriati inviano i guadagni alle loro famiglie». Per quanto concerne la transizione energetica, secondo Larry Fink questa può funzionare solo se è equa e giusta. Il CEO di BlackRock ha ricordato che diversi Paesi sono alla ricerca di nuove fonti di energia: «Questo rallenterà inevitabilmente il progresso del mondo verso il net-zero nel breve termine. A più lungo termine, credo che i recenti eventi accelereranno effettivamente il passaggio verso fonti di energia più verdi in molte parti del mondo».

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