Garry Kasparov, ex campione mondiale di scacchi e dissidente sovietico fuggito a New York per mettersi in salvo dopo la sua ferma opposizione a Vladimir Putin, ha rilasciato un’intervista ai microfoni del “Corriere della Sera”, nella quale ha analizzato la situazione legata alla guerra in Ucraina. In primis, ha dichiarato che “il prezzo da pagare per Ue e USA potrebbe essere alto, dopo vent’anni di noncuranza. Vent’anni senza ascoltare chi avvertiva che Putin non era solo il nostro problema, che sarebbe diventato il problema di tutti. Putin per vent’anni non ha visto conseguenze per i suoi crimini”.



Il punto è che “Putin non ha mai nascosto le sue intenzioni, è stato sincero come Hitler in ‘Mein Kampf’. Sono anni che dice che l’Ucraina non è uno Stato sovrano. Se ne sono lavati tutti le mani. Ha detto che il collasso dell’Urss è la più grande catastrofe geopolitica. Ha messo sul tavolo la sua visione strategica molto apertamente almeno da 15 anni. Poiché non ha visto nessuna vera risposta dal mondo libero, si è detto: perché no? Posso fare qualsiasi cosa, Ora gli ucraini stanno pagando il prezzo delle loro vite”.



GARRY KASPAROV: “PER PUTIN PUÒ ESSERE LA FINE, MA DIPENDE DALL’OCCIDENTE”

Nel prosieguo del suo intervento sul CorSera, Kasparov ha precisato che per Vladimir Putin questo conflitto in landa ucraina può rappresentare la fine, ma l’Occidente deve agire, deve mostrargli che c’è un prezzo. Lo scacchista ritiene infatti che se il mondo libero reagisse di nuovo in modo scadente, se non ci fosse un costo per l’aggressione, se la macchina da guerra di Putin non smettesse di funzionare perché va in bancarotta, non ci sarebbe modo di salvare il pianeta: “Vi chiedo di tagliare fuori la Russia dai mercati finanziari globali. Assicuratevi che il sistema finanziario del Paese non sia più sostenibile e non possa generare risorse per la macchina da guerra di Putin. Anche se lui sta seduto su riserve liquide da oltre 600 miliardi di dollari”.



Attenzione, però, allo scenario di guerra negli altri Paesi. Kasparov ha inteso rimarcare che se Putin attacca l’Estonia, la Lituania o la Polonia “si entra in un’altra dimensione. E la Cina sta guardando. Se Putin riesce a distruggere l’esercito ucraino, conquistare Kiev, installare un governo-fantoccio, questo diventa un format per la Cina su Taiwan. E un attacco a Taiwan potrebbe obbligare gli americani a rispondere militarmente. Questo è l’ultimo momento in cui possiamo danneggiare la macchina militare di Putin e rovinare il suo stato mafioso-burocratico senza mettere soldati sul terreno”.