Oltre 3mila morti a Mariupol, coprifuoco per 35 ore a Kiev, bombe dal mare su Odessa, lancio di missili supersonici contro obiettivi nell’Ucraina occidentale. I russi continuano i loro raid e i loro bombardamenti, anche su obiettivi civili. Secondo l’esercito dell’Ucraina, invece, oltre 15.000 militari russi sono rimasti uccisi dal 24 febbraio, 1.535 i carri armati distrutti e 969 i veicoli abbattuti.
Ma dopo 26 giorni di guerra, chi sta vincendo sul campo? “Premesso che non ho visto i piani di Putin e quindi mi è impossibile dire se l’esercito russo stia rispettando la tabella di marcia – risponde Gianandrea Gaiani, direttore di AnalisiDifesa -, vorrei ricordare che già più di 200 anni fa Napoleone diceva che nessun piano sopravvive alla prima ora di battaglia. E questo ci fa capire che non tutto sarà andato, come sempre succede nelle guerre, come i russi prevedevano”.
Ma, se guardiamo la mappa dell’Ucraina, che cosa ci suggeriscono le manovre militari?
Le truppe russe avanzano lungo i bordi dell’Ucraina, siano essi i confini con la Bielorussia, con la Russia o con il mare. Queste sono le zone dove sono più presenti le popolazioni russofone.
Quindi?
Questo ci dice, a mio avviso, che Putin ha detto la verità quando ha affermato che il suo obiettivo non era conquistare tutta l’Ucraina. Mosca ha messo in campo un numero di mezzi e di soldati che, impegnati su più fronti, non sono certo sufficienti per l’invasione di un paese grande due volte l’Italia. Servirebbero centinaia di migliaia di soldati e una marea di truppe dopo il conflitto per mantenere l’occupazione.
Ma molti analisti hanno detto che sarebbe stata una guerra lampo. A quali obiettivi sta dunque mirando la Russia?
Non era e non poteva essere una guerra lampo, i russi lo sapevano benissimo. Le guerre lampo di fatto non esistono: quando si fece la guerra alla piccola Serbia per costringerla a lasciare il piccolissimo Kosovo ci vollero 80 giorni di guerra aerea. Non solo: i russi hanno deciso di muoversi a fine febbraio, quando tutti sanno benissimo che con il disgelo l’Ucraina diventa un pantano.
Perché l’hanno fatto?
Loro sostengono di aver dovuto avviare l’offensiva per anticipare una pesante offensiva di Kiev contro il Donbass, dove ancora oggi l’esercito ucraino conta il maggior numero di truppe.
Torniamo agli obiettivi strategici di Mosca.
Dal punto di vista militare sono due. Innanzitutto, conquistare Mariupol, e credo che la città cadrà entro qualche giorno, e tutta la fascia costiera del mare d’Azov per creare una continuità territoriale fra la Crimea e Donetsk. In secondo luogo, avendo riconosciuto Donetsk e Lugansk come repubbliche sovrane, che costituiscono il 40% del Donbass, Mosca deve conquistare tutto il restante territorio che amministrativamente appartiene a queste due province, oggi in mano alle truppe ucraine. I russi dovrebbero completare questa conquista entro fine mese.
In che modo?
Stanno ultimando l’accerchiamento dell’esercito ucraino, che proprio nel Donbass è schierato con i reparti migliori e con i migliori equipaggiamenti forniti dagli anglo-americani.
A Kiev però torna il coprifuoco, Kharkiv non viene risparmiata e anche Odessa è finita sotto attacco dal mare. Mosca si prepara a un attacco ad ampio raggio?
Queste città rientrano negli obiettivi politici che Putin sta perseguendo, per questo circonda Kiev, Kharkiv e Sumy e tiene sotto scacco con qualche bombardamento Odessa. Sono pressioni esercitate per terrorizzare la gente e per indurre l’opinione pubblica ucraina e il governo Zelensky a sedersi al tavolo delle trattative, negoziando una pace che tenga conto delle pretese di Mosca.
Ma Zelensky ha ripetuto più volte che l’Ucraina non potrà mai accettare una resa incondizionata, una capitolazione. A quel punto “costringerà” Putin a rimodulare i suoi piani militari con maggiore aggressività?
Su Odessa l’esercito russo potrebbe tentare un aggiramento o uno sbarco a ovest per creare un corridoio con la Transnistria, territorio russo attaccato al confine con la Moldova e che i russi vorrebbero collegare con la Crimea. Il problema è un altro.
Quale?
Zelensky non può essere pronto oggi ad accettare perdite territoriali. Sa che se negozia su questo punto, si ritrova impallinato dalle forze ultranazionaliste, che in Parlamento non sono molto forti, ma hanno un certo seguito nel paese. Anzi, credo che Putin non abbia intenzione di liberarsi di Zelensky.
E qualora gli ucraini decidessero di non arretrare?
Penso che la situazione sia destinata a inasprirsi. Ma non arriveremo all’invasione, perché Mosca vuole che l’Ucraina diventi uno stato cuscinetto fra la Russia e la Nato. Se i russi si spingessero fino ai confini della Polonia, ritorneremmo di fatto alla cortina di ferro. Ma lo stesso Zelensky sa che nessuno verrà ad aiutarlo. L’interesse degli americani è che il teatro di guerra in Ucraina logori al massimo i russi e allarghi, poi, il più possibile il fossato fra Europa e Russia.
I russi hanno usato il missile ipersonico Kinzhal. E’ un missile non intercettabile?
Non è intercettabile per il semplice motivo che arriva sul bersaglio a velocità comprese fra i 9.500 e i 12.000 km orari. Non ci sono armi per intercettarlo.
Il suo utilizzo è un avvertimento “politico” alla Nato?
Premesso che in una guerra nessuna forza armata perde l’occasione per testare in battaglia armi nuove, è un avvertimento perché i russi stanno concentrando i loro lanci a ovest del fiume Dniepr, anche vicino al confine polacco, per distruggere le basi in cui stanno affluendo le migliaia di volontari, tra cui sicuramente anche uomini delle forze speciali, che vanno a combattere al fianco degli ucraini, e le migliaia di armi fornite dalla Nato a Kiev. In pratica, è come se dicessero: attenzione, abbiamo armi che non potete intercettare. Sui missili ipersonici stanno lavorando anche americani, cinesi ed europei, ma i russi sono già arrivati all’operatività, sono più avanti.
Vitaly Gerasimov, Andrei Sukhovetsky, Andrei Kolesnikov, Oleg Mityaev, Andrei Sukhovetsky e Andrei Mordvichev: perché aumentano i generali russi che muoiono in Ucraina?
Questa è la prima guerra convenzionale combattuta su vasta scala in Europa dopo le ultime offensive alleate del 1945. Eravamo abituati a guerre anti-insurrezionali, come in Iraq o in Afghanistan, dove gli scontri avvenivano a livello di plotoni o di compagnie, guidate quindi da tenenti o capitani. Qui in campo ci sono reggimenti, brigate, addirittura corpi d’armata, guidati da generali che si muovono sul campo. I russi poi hanno una tradizione che già nella Seconda guerra mondiale ha fatto loro perdere molti ufficiali: non solo stanno a fianco delle truppe, ma anche i quartier generali sono molto avanzati, per avere una visione diretta delle manovre sul campo, e quindi gli alti ufficiali sono molto esposti.
Biden non è riuscito a convincere Xi a impegnarsi per sfruttare l’influenza cinese per porre fine all’invasione?
La Cina non sarebbe in grado, anche se lo volesse, di fermare l’offensiva russa, perché la Russia non è ancora un paese sotto scacco della Cina. E poi, vorrei ricordare che gran parte degli armamenti militari cinesi sono di fabbricazione russa o sovietica o una loro evoluzione. Pechino sta iniziando adesso a emanciparsi dalla dipendenza dalla Russia. In realtà, al di là di come andranno gli sviluppi sul campo di battaglia e poi i negoziati, già oggi i veri vincitori di questa guerra sono Usa e Cina.
Per quale motivo?
Da questa guerra l’Ucraina uscirà sconfitta e pesantemente devastata. La stessa Russia uscirà sconfitta, qualora dovesse anche vincere sul piano militare, perché avrà subìto ingenti danni economici, che la costringeranno sul piano strategico a diventare sempre più una potenza asiatica, accettando l’abbraccio della Cina.
E gli Stati Uniti?
Gli americani hanno già vinto: hanno riportato ai loro piedi l’Europa, stanno spingendo la Ue ad acquistare gas liquido dal Qatar o dagli Usa stessi a prezzi maggiori e pagandolo in dollari e non in euro. Risultato: il caro energia metterà, come sta già avvenendo, la produzione europea fuori mercato, a tutto vantaggio delle imprese americane o cinesi.
(Marco Biscella)
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