Difficile negare che l’attuale strategia posta in essere dal presidente americano sembri seguire le tracce del report della Rand Corporation intitolato Overextending and Unbalancing Russia, pubblicato nel 2019. Non dimentichiamoci che furono proprio gli analisti di questo istituto americano a fornire report e scenari ai vari presidenti americani sia durante la guerra in Vietnam che durante la Guerra fredda, indicazioni che nella maggior parte dei casi si sono rivelate assolutamente fallimentari, come ebbe modo di sottolineare con grande ironia Noam Chomsky nel saggio I nuovi mandarini.
Tornando al documento sulla Russia della Rand, quali sono gli aspetti principali di questo report? La strategia che viene delineata in questo report è finalizzata a portare la Russia a un punto critico, cioè ad obbligarla a investire una quantità enorme di risorse per difendersi dalla politica militare americana. Ciò che l’istituto americano propone è quello di sottoporre la Russia a una sorta di stress politico, economico e militare affinché collassi. Prendendo atto del fatto che questa strategia è stata già di fatto applicata, in verità con scarso successo, sia in Iran che in Corea del Nord, i relatori di questo documento danno una serie di indicazioni estremamente interessanti su come far collassare la Russia.
L’offensiva contro la Russia deve essere a 360 gradi, cioè deve coinvolgere tutta la dimensione strategica. Ad esempio per quanto riguarda la dimensione economica, ed in particolare quella energetica, gli studiosi propongono al governo americano di far crescere la produzione nazionale di energia che determinerebbe un vero e proprio aumento della quantità di gas sul mercato fino a ridurre gli introiti dell’industria russa. Oltretutto l’aumento della produzione di gas finirebbe per sottrarre alla Russia tutta una serie di clienti in ambito europeo: infatti la decisione dell’Unione Europea di ridurre l’acquisto di gas russo sembra proprio rispondere a questa strategia.
Anche il fatto che la Germania abbia bloccato il gasdotto North Stream 2 dimostra come l’attuale strategia americana sembri seguire le indicazioni degli studiosi americani. Un’altra indicazione fornita da questo documento è il regime sanzionatorio contro la Russia. Secondo gli studiosi la Casa Bianca deve persuadere i propri alleati europei a sanzionare la Russia nel modo più drastico possibile e dal momento che la dipendenza dal gas russo viene sempre più ridimensionata è evidente – sottolineano gli studiosi americani – che gli Usa dovranno aiutare i propri alleati europei a trovare fonti di approvvigionamento alternativo soprattutto per quanto riguarda il Gnl.
Infine, per quanto riguarda l’Ucraina, è indicativo il fatto che gli analisti della Rand sottolineino come la Casa Bianca debba rifornire l’Ucraina di armi letali allo scopo di sfruttare il più grande punto di vulnerabilità della Russia senza tuttavia sfociare in una guerra aperta con la Russia. L’Ucraina quindi sarebbe un cavallo di Troia per colpire la Russia e farla collassare.
Insomma l’attuale presidente degli Stati Uniti sta portando avanti una strategia che viene definita di imperialismo liberale, una strategia questa posta in essere da Madeleine Albright e Hillary Clinton: l’obiettivo è certo l’egemonia a livello mondiale, ma attraverso il multilateralismo. Ad ogni modo, nonostante le diverse strategie attuate in questi ultimi vent’anni, gli Stati Uniti hanno fallito gran parte degli obiettivi che si erano proposti, come dimostrano i clamorosi fallimenti in Afghanistan, in Iraq, in Palestina, in Corea del Nord e in Iran. È altamente probabile dunque che anche in Ucraina vi sarà un fallimento di questo genere e che soprattutto l’Europa lo pagherà a caro prezzo.
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