Un nuovo “periodo dei torbidi”, ben diverso da quello che portò al potere la dinastia dei Romanov – tra Cinquecento e Seicento – è iniziato e continuerà a lungo nella Russia oggi sconvolta dalla sua guerra di aggressione all’Ucraina che sta mutando i rapporti di potere internazionali europei e mondiali.
Tutto è oggi diverso, naturalmente, ma come allora il peso delle potenze confinanti con la Russia è stato e sarà determinante nello svolgersi del conflitto. Allora decisivo fu il ruolo della Polonia ancora non lacerata e della Svezia dominante. Oggi invece il conflitto di potenza ha il suo punto archetipale fuori dall’Europa ed è dominato dagli Usa, e le nazioni europee sono così destinate a riclassificare il loro ruolo internazionale sulla base di ciò che saranno in grado di costruire non solo dal punto di vista militare nella guerra in corso.
Straordinario è, per esempio, il peso della potenza inglese, che riattualizza il suo storico conflitto con la Russia svolgendo con gli Usa un ruolo militare decisivo (Brexit o non Brexit, sia detto per inciso). Ma altrettanto decisivo sarà il ruolo delle nazioni europee sul piano diplomatico, perché la guerra deve trovare un punto di risoluzione che non può non iniziare dal cessate il fuoco. Un cessate il fuoco che non può non avere il punto di partenza da un’iniziativa diplomatica che si fondi sulla convergenza su un tema umanitario.
La missione del cardinale Zuppi ha questo fine e già ha raggiunto obiettivi che parevano impensabili. È già avvenuto un contatto tra le parti sul tema della questione angosciosa del destino di migliaia di bambini sottratti alle loro famiglie per essere sottoposti a pratiche biopolitiche di “rieducazione” che sono l’essenza della tentazione totalitaria. E anche tra le Chiese si intravede l’inizio di relazioni che possono essere decisive proprio per la natura stessa dell’aggressione russa.
Il realismo nelle relazioni internazionali è l’essenza stessa della negoziazione diplomatica. È questa la tradizione fondamentale della diplomazia vaticana come ci ha insegnato il grande cardinale Casaroli. Una tradizione che non persegue mai giochi a somma zero, ma costruzione di alternative possibili lasciando sempre agli attori in conflitto una via di uscita dalle condizioni di tensione aggressiva oppure difensiva in cui si trovano.
La Russia è essenziale come potenza europea e asiatica insieme per la stessa Europa che guarda tanto all’Atlantico come – attraverso il canale di Sicilia – l’Africa tutta.
I “torbidi” russi continueranno a lungo e caratterizzeranno la stessa guerra in corso. Decisivo sarà il ruolo delle nazioni ex dominate dall’impero sovietico. È da loro che deve venire una lezione di realismo: vincere sul campo di battaglia non deve condurre necessariamente al perseguimento della distruzione dell’aggressore. Ne andrebbe dell’esplosione di “torbidi” ancor più pericolosi di quelli della Russia putiniana.
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