Putin ha cominciato a usare le maniere forti, preso atto del parziale fallimento dell’attacco che al momento ha fruttato, seppur non confermata ufficialmente, la conquista di una sola città ucraina, quella di Kherson. È un cambio di strategia: fermando le truppe di terra, adesso l’esercito russo si concentra sul bombardamento dei quartieri residenziali delle città, Kiev inclusa. Tale tattica comporterà sicuramente il miglioramento dell’offensiva russa, ma aumenterà ancora di più il già alto numero delle vittime civili e complicherà la posizione internazionale di Mosca.



“Non è una novità” ci ha detto il generale Carlo Jeanesperto di strategia, docente e opinionista “i russi non sono nuovi a questa tattica, lo hanno già fatto in Cecenia radendo al suolo la capitale Groznyj e anche in Siria”. Inoltre, anche se non confermato dagli osservatori internazionali, starebbero facendo uso di bombe a grappolo e termobariche: “Sono entrambe proibite dalla convenzione delle Nazioni Unite del 2008. Le seconde soprattutto sono estremamente letali”.



È in corso un cambio di strategia da parte russa, con bombardamenti delle città invece di attacco delle truppe di terra. Come mai secondo lei?

L’esercito russo sta subendo perdite umane che Putin non si può permettere. Soprattutto perché le truppe mandate in Ucraina sono il cosiddetto esercito normale, quello composto da coscritti, militari di leva giovanissimi.

Infatti, si sono visti prigionieri russi giovanissimi, che hanno ammesso di essere stati mandati al fronte senza preparazione adeguata. Inoltre pare che manchi la benzina, colonne di carri armati sono fermi per le strade. Come sono possibili certi errori logistici e strategici?



Anche i russi fanno errori. Come esercito sicuramente lascia a desiderare. Teniamo conto che l’esercito russo è composto da 280mila uomini, la cui punta di diamante sono i paracadutisti, circa 50mila, e la fanteria di marina che sono tutti professionisti. Al momento Putin non vuole utilizzare ancora questi uomini, usa l’esercito regolare composto, come dicevamo, di coscritti. In Russia c’è la leva obbligatoria non appena si è maggiorenni, dura un anno e si può protrarre di propria volontà fino a due.

Il risultato dell’uso di questi ragazzi si vede. Bombardare invece le zone residenziali porterà a una strage di civili, davvero Putin vuole questo?

I russi non sono nuovi a questo tipo di condotta militare: pensiamo alla Cecenia, dove hanno raso al suolo la capitale Grozny.

Quindi si stanno preparando a lunghi assedi?

Anche qui i russi hanno esperienza sul campo, abbiamo visto come sono riusciti a liberare dall’Isis città come Aleppo, stringendola d’assedio per mesi, affamando la popolazione, bombardando le abitazioni.

Qui però non siamo in Cecenia o in Siria, siamo nel cuore dell’Europa. Le conseguenze per Putin di una opzione militare del genere non potrebbero essere ben più pesanti delle sanzioni,?

Il problema reale per i russi al momento è che gli ucraini si stanno impegnando in una difesa che nessun generale russo si aspettava, si sono organizzati, e ottengono successi.

Pare che i russi stiano usando bombe a grappolo e termobariche; che caratteristiche hanno?

Le bombe a grappolo sono munizioni di solito sganciate da velivoli che contengono cosiddette sub-munizioni: le bomblets che vengono disperse, secondo diversi sistemi, a distanza e in diverse direzioni, permettendo così di colpire più obiettivi.

E le termobariche? 

Sono dette anche “bombe a vuoto”, sono i più potenti esplosivi non nucleari che esistano e funzionano in due fasi. Una prima esplosione nebulizza il contenuto della bomba, una mistura di combustibile e particelle metalliche. In questo modo si crea una nuvola di aerosol infiammabile che nelle bombe più grandi può raggiungere un diametro di decine e decine di metri. Dopo la dispersione del carburante e dopo che questo si è mischiato con l’aria, quindi con l’ossidante necessario all’esplosione, una seconda carica esplosiva, oppure in certi casi una reazione naturale, incendia la nuvola creando un’esplosione gigantesca che genera a sua volta una potente onda d’urto.

E cosa succede?

Quando le fiamme si estinguono, nell’arco di qualche decina di millisecondi, nell’area dell’esplosione si crea una condizione di quasi vuoto che risucchia violentemente tutta l’aria circostante da qui il nome di “bombe a vuoto”.

Ma sono proibite?

Sono entrambe proibite dalla convenzione delle Nazioni Unite del 2008.

Il presidente ucraino ha annunciato la costituzione di una milizia di volontari stranieri di circa 16mila uomini. Di cosa si tratta?

Ne fanno parte ceceni ribelli e ostili all’attuale regime dittatoriale del loro paese, georgiani sottomessi da Putin in passato, polacchi, romeni, moldavi, tutta gente che ha il dente avvelenato con Mosca. Sicuramente anche elementi provenienti dall’Europa occidentale.

A questo punto, se la tattica russa è la stessa usata in Siria, dobbiamo aspettarci un teatro di guerriglia urbana?

È quasi certamente così, una battaglia casa per casa.

Il ministro degli Esteri russo Lavrov ha detto che “una soluzione alla guerra verrà trovata”. Ma a questo punto che soluzione potrà mai essere?

Le reciproche richieste di una parte e dell’altra sono inaccettabili per ciascuno. Potranno trovare un compromesso ma non fino a quando il numero delle vittime sarà così alto per gli ucraini o per i russi da farli desistere dal combattimento.

(Paolo Vites)

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